E l’Oratorio diventa camera oscura

Nel pieno di appuntamenti di questo weekend artistico che ricomicia a stressare un’agenda presenzialista da tempo anoressica, bisognerà pur fare delle scelte. E allora si può iniziare con l’inclusione obbligatoria della mostra Ellissi di Giorgio Andreotta Calò (curatela di Leonardo Regano) al LabOratorio degli Angeli – in zona Baraccano – che già come spazio è da non perdere, trattandosi di uno storico laboratorio di restauro bolognese diretto dal 2005 da Camilla Roversi Monaco, che ha la sua sede nella chiesa sconsacrata di S. M. degli Angeli con attiguo Oratorio.

Tutte le mostre fino a questo momento portate al laboratorio rimangono nella memoria e quella che si apre oggi alle 15, conquisterà per l’atmosfera cromatica in cui è calata e per la ricerca su cui è articolata. Andreotta Calò espone la versione integrale dell’opera fotografica Annunciazione, realizzata nel 2018 in occasione di Anàstasis, intervento installativo monumentale nella chiesa Oude Kerk di Amsterdam, i cui dodici elementi che la compongono sono il risultato di un’impressione fotografica diretta attraverso la luce naturale, avvenuta per contatto tra i fogli di carta fotosensibile e le vetrate policrome della chiesa.

Per Art City, l’artista veneziano classe 1979 trasforma l’ex Oratorio in una camera oscura che immergerà l’installazione dell’Annunciazione in una luce inattinica (un particolare dispositivo di illuminazione utilizzato in fotografia) e tra ambiente, opera e luce che entra dalla vetrata e modifica tutto lo spazio, l’esperienza sarà una delle più emozionanti del percorso ‘arty’ bolognese, anche perché all’interno dell’ex Chiesa saranno esposti inoltre i dettagli preparatori, montati per l’occasione dal laboratorio di restauro, che ha ideato con l’artista il sistema espositivo nel rispetto di precisi criteri conservativi.

"Questa opera – racconta l’artista – nasce da una volontà di sperimentare una dimensione della fotografia che è totalmente analogica e dove il mezzo fotografico lascia il posto alla vera e propria scrittura della luce". E prosegue: "Utilizzare la carta fotosensibile mettendola direttamente a contatto con una superficie dalla quale passa la luce è esattamente parlare di fotografia". È stata lunga un’estate la preparazione dell’atto artistico. "Ho lavorato nello spazio della chiesa olandese per vari mesi insieme al fotografo Simone Settimo e abbiamo realizzato diverse prove fotografiche della scena dell’Annunciazione per arrivare alla giusta gradazione tonale di impressione sulla carta, ma mi interessa la dimensione del tempo, non soltanto all’interno della gestazione di un lavoro, ma anche nella sua manifestazione all’interno dell’opera… così, in questo spazio filtrato di rosso, noi riusciamo a vedere i cambiamenti e i movimenti della luce e come il sole si muove in questo interno". È così che lo stesso pubblico diverrà parte dell’opera e della percezione temporale.

Benedetta CucciInfo: fino al 23 maggio, visite dalle 15 alle 21, su prenotazione nel weekend allo 051 583200

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