Eccidio di Marzabotto, Mattarella "La Repubblica si inchina alla memoria delle vittime"

Il presidente della Repubblica: "Ma quelle vite tragicamente spezzate sono diventate le basi di una lunga stagione di democrazia, benessere, pace"

Sergio Mattarella (Dire)

Sergio Mattarella (Dire)

Marzabotto (Bologna), 29 settembre 2020 - "Lo sterminio degli innocenti che le SS compirono 76 anni or sono nelle terre attorno a Monte Sole ha impresso un segno così profondo e doloroso nella storia del popolo italiano che nulla e nessuno potrà mai cancellare. La Repubblica si inchina alla memoria di centinaia di donne e uomini, di bimbi e anziani, barbaramente uccisi secondo una logica di annientamento che travalicava persino gli orrori della guerra combattuta". Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.

"Le squadre naziste, accompagnate da guide e informatori fascisti - ricorda il Capo dello Stato - si resero responsabili di molteplici crimini nei mesi del loro arretramento sull'Appennino Tosco-emiliano. Tuttavia, Marzabotto e le aree dei Comuni di Monzuno e Grizzana Morandi divennero teatro di uno degli eccidi di civili più spaventosi, più disumani che l'Europa abbia conosciuto durante il secondo conflitto mondiale. Ma quelle vite tragicamente spezzate, quel dolore straziante dei sopravvissuti, sono diventate le basi di un riscatto popolare, di una liberazione, di una lunga stagione di democrazia, benessere, pace".

A Marzabotto e a Monte Sole, ricorda Mattarella, "sono piantate radici robuste della nostra Costituzione repubblicana, le quali alimentano i principi di convivenza, di libertà, di uguaglianza tra le persone, di giustizia sociale, da decenni patrimonio della comunità nazionale e motore del nostro modello civile. Al tempo stesso, quelle radici portano linfa alla comune casa europea, all'Europa unita nelle diversità, ma anche nella civiltà dei diritti inviolabili della persona, nella cooperazione, nella solidarietà, che deve sempre prevalere sui rigurgiti di egoismo".

Fico: "Non rinunciare a verità e giustizia"

"La strage di Marzabotto è un orrore che ha segnato per sempre la vita dei superstiti e l'anima di un Paese intero che, nei luoghi simbolo della Resistenza, reca ancora quei segni di ferite non sanate. Se non sempre c'è stata giustizia, alla verità, storica oltre che giudiziaria, non possiamo e non dobbiamo mai rinunciare. Occorre praticare l'esercizio della memoria, capace di cementare le radici del nostro Paese e di tutta Europa, nata sulle ceneri degli orrori del nazismo. È un esercizio a cui non dobbiamo mai rinunciare". Lo afferma il presidente della Camera Robero Fico, ricordando che "la mattina del 29 settembre 1944 a Marzabotto persone inermi di ogni età e sesso furono sterminate a colpi di mitragliatrice e bombe a mano. Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, il parroco e alcuni fedeli vennero uccisi in chiesa. Il resto delle persone fu condotto e trucidato nel cimitero, tra loro vi erano cinquanta bambini".

Bonaccini: "Una ferita insanabile"

Quella dell'eccidio avvenuto sulle alture di Marzabotto nell'autunno del 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, è "una ferita insanabile che ci costringe a riflettere sempre più sul valore della Memoria. Compito nostro e delle generazioni future è quello di continuare a ricordare ciò che abbiamo vissuto, affinché non accada mai più. Antifascisti, sempre".

È quanto scrive, sulla sua pagina Facebook, il presidente della Regione Emilia- Romagna, Stefano Bonaccini. "La strage più efferata mai compiuta dalle SS in Europa. Il 29 settembre 1944 - osserva - si consuma l'Eccidio di Monte Sole, nel bolognese. Bombe a mano, fucilazioni, torture, violenze indicibili. Più di 750 vittime, quasi 200 bambini, parroci, suore e civili inermi. Uno dei più gravi crimini compiuti contro la popolazione civile - conclude Bonaccini - con rastrellamenti durati più di una settimana. Nessuno fu risparmiato".

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