NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Ecco Làbas, ci risiamo Blitz dei collettivi Nuova occupazione nella caserma Masini

All’interno c’è Luna, costola studentesca dell’ex centro sociale, oggi istituzionalizzato con sede in Vicolo Bolognetti. Gli attivisti: "Emergenza casa, una bomba sociale". Indaga la Digos.

Ecco Làbas, ci risiamo  Blitz dei collettivi  Nuova occupazione  nella caserma Masini
Ecco Làbas, ci risiamo Blitz dei collettivi Nuova occupazione nella caserma Masini

di Nicoletta Tempera

A quasi sei anni dallo sgombero che è costato nove condanne per altrettanti attivisti, la caserma Masini è tornata nella ‘disponibilità’ (forzata) della costellazione di Làbas. Ieri mattina, una ventina di ragazzi del collettivo Luna (Laboratorio universitario d’autogestione), costola studentesca di Làbas, ha forzato gli accessi della caserma su via Borgolocchi, entrando negli appartamenti che un tempo ospitavano gli ufficiali e occupandoli. Dando così vita ad ‘Home - hub di occupazione meticcia’. Ossia, la quarta occupazione fiorita in un mese in città.

Scrivono sui social i ragazzi di Luna: "Non è più tempo di alzare muri, ma di aprire porte". E spiegano che l’occupazione è la loro risposta al "grande problema abitativo che c’è a Bologna. Un problema che morde una città intera ed una fascia sociale sempre più ampia; un problema che spezza le gambe a generazioni di giovani e precarie e a chi contribuisce all’economia della città lavorando nella logistica, nella ristorazione, in aeroporto". Dicendo che nello spazio troveranno casa anche "persone migranti, che lavorano a tempo determinato o indeterminato in diversi settori, con una base di reddito mensile a volte non bastevole a sostenere il costo esagerato di un affitto a Bologna, la seconda città più cara d’Italia".

Ieri mattina, mentre fuori dalla caserma tornava la Digos a documentare l’ennesima occupazione di quello spazio, gli attivisti di Luna, armati di scope e stracci, hanno avviato il ‘recupero’ della storica sede di Làbas, che oggi ha una casa ‘regolare’, assegnata dal Comune, in vicolo Bolognetti. Tra loro, c’è anche Zakarya, un ragazzo marocchino che nel vecchio Làbas aveva imparato a preparare la pizza, nel percorso di ‘accoglienza degna’ portato avanti nello spazio allora occupato. "Ho un contratto a tempo indeterminato e lavoro in una pizzeria – racconta –, ma da quando sono andato via di qua dormo in strada o devo arrangiarmi. Molti proprietari quando sentono il mio accento non vogliono affittarmi casa". Anche per Zakarya, gli attivisti chiedono, "di poter usufruire di spazi demaniali e parastatali per far fronte a quella che ormai non è più una emergenza ma una vera e propria bomba sociale, che stringe Bologna e chi la vuole abitare in una morsa senza fine".

In quest’ottica, gli attivisti chiedono, a chi vorrà, di raggiungerli per sistemare la struttura. E, per lunedì, Festa dei Lavoratori, hanno chiamato a raccolta i sodali, per la ‘May day parade’, che partirà da piazza San Francesco alle 16. Luna non è nuova a occupazioni in città: la sigla si è fatta conoscere nello scorso autunno, con l’invasione di un palazzo di proprietà di Asp in via Capo di Lucca. Ribattezzato ‘Casa vacante’, l’immobile era stato liberato dagli attivisti spontaneamente un mese dopo l’occupazione, dietro la promessa, ricevuta dal Comune, che quel palazzo sarebbe stato utilizzato per rispondere all’emergenza abitativa.

La caserma Masini, invece, è di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. Negli anni della lunga occupazione di Làbas, si era prospettato per l’enorme spazio un progetto di recupero, con la realizzazione di abitazioni e alberghi. Dall’agosto 2017, dal turbolento sgombero, nulla si è ancora mosso. E così quella caserma, che nel 2010 era stata messa all’asta a 13 milioni e mezzo, resta terra di conquista.