GABRIELE MIGNARDI
Cronaca

"Ecomostro a nove piani. Cinquemila firme contro"

Presentato dal centrosinistra dissidente il primo bilancio della petizione "Modificare il progetto dell’ex Pedretti spostando parte della cubatura".

Presentato dal centrosinistra dissidente il primo bilancio della petizione "Modificare il progetto dell’ex Pedretti spostando parte della cubatura".

Presentato dal centrosinistra dissidente il primo bilancio della petizione "Modificare il progetto dell’ex Pedretti spostando parte della cubatura".

Cinquemila firme in un mese. L’opposizione di centrosinistra che fa capo a Dario Braga, e che in campagna elettorale aveva fatto della critica alla ‘torre’ da nove piani destinata a sorgere nel centro di Casalecchio un punto qualificante del suo programma, ieri ha presentato il conto della sua iniziativa più recente. In municipio ha esposto sul tavolo della sala delle cerimonie (nella foto) i moduli sottoscritti da 4mila residenti di Casalecchio ed altri mille che nella cittadina sul Reno arrivano per ragioni di lavoro, studio e svago.

Adesioni firmate di pugno, 2.800, o sulla piattaforma online, 2.200, sotto allo slogan che dice ‘no all’ecomostro da nove piani’, disegnato là dove c’era l’albergo ristorante Pedretti e ‘lievitato’ anno dopo anno, variante dopo variante, fino agli attuali nove piani: 18mila metri cubi concentrati su 2mila metri quadrati con 47 alloggi ed altrettanti posti auto. Da due anni terreno e progetto sono approdati a Tecnocem, l’impresa bolognese che avrebbe già tutte le autorizzazioni per dare il via ai lavori, e colmare così anche il ‘buco’ che da anni occupa quella che i casalecchiesi percepiscono come la piazza della città, tra teatro comunale, Porrettana e Casa della conoscenza.

"Queste firme, e anche quelle che arriveranno, esprimono un movimento di popolo che vuole dire no a uno sbaglio enorme che ipotecherà per sempre il futuro di Casalecchio", ha esordito Massimo Masetti, già vicesindaco e oggi consigliere della coalizione che ha diviso in due il campo di centrosinistra, che ha ribadito la proposta di ridurre in modo significativo il volume dell’edificio progettato, per poi delocalizzare la superficie residua a 200 metri di distanza: nell’area di proprietà regionale dell’ex deposito della ferrovia vignolese. Proposta già nota, marchiata ora come tardiva e incerta dal sindaco Ruggeri, che pure in campagna elettorale aveva accettato la sfida arrivata dal ‘fuoco amico’ appartenente alla sua area politica e aperto a un’ipotesi di riduzione. E che ora viene sfidato esplicitamente da Braga, che chiede al primo cittadino di riaprire il discorso, di mettere in campo un percorso partecipato.

"In tutti questi anni le cose sono cambiate, e cambiare idea è dimostrazione di intelligenza, oltre che di democrazia", hanno ribadito unanimi Cevenini, Masetti, Braga, Micele, Vecchia e Collina, ricompattando la coalizione che per la prima volta ha sfidato l’egemonia del Pd in città".

Gabriele Mignardi