Edizioni Dehoniane Bologna, istanza di fallimento in tribunale

I soci del gruppo editoriale cattolico costretti a portare i libri in tribunale: "Scelta dolorosissima ma obbligata". Tremano 25 dipendenti

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Bologna, 12 ottobre 2021 - L’ultimo atto si è compiuto l’8 ottobre con il deposito dei registri contabili in tribunale. Sigillo di una grande stagione pronta ad abbassare le serrande per sempre: quella delle Edizioni dehoniane Bologna (Edb). "Purtroppo l’esito – spiega con un filo di voce Padre Marco Bernardoni, presidente del Centro editoriale dehoniano – di un percorso che sfocia in una decisione per tutti noi dolorosissima". L’ultima libreria italiana era rimasta proprio sotto le Due Torri, in via Sant’Alò, chiusa però alla fine del 2019. Prima e dopo quel momento, si era tentato di tutto per cercare aiuti esterni e salvare il salvabile, ma tutto è stato inutile.  

L’ultima nota. Ad annunciare la fine sono stati gli stessi soci: "Dopo 60 anni di servizio culturale nella Chiesa italiana, il Centro editoriale dehoniano di Bologna interrompe la sua attività, dovuta alla crisi che ha duramente colpito l’editoria cattolica". Nato con il Concilio Vaticano II e ispirato alle sue istanze di rinnovamento della teologia e della prassi ecclesiale, il Centro dehoniano – che deve la sua origine all’intuizione di un gruppo di religiosi della provincia italiana settentrionale dei sacerdoti del Sacro cuore –, dopo ripetuti e cospicui interventi di ricapitalizzazione nell’ultimo decennio, ha intrapreso nel 2016 la via della ristrutturazione "con l’obiettivo della continuità aziendale – spiegano i soci –, anche attraverso accordi sindacali".

Di questo passo, si è operato attraverso la cessione e la liquidazione delle due società partecipate e attraverso il ricorso allo "stato di crisi", concordato con il ministero nel marzo del 2020, grazie al quale l’azienda ha potuto accedere a prepensionamenti e ammortizzatori sociali. Non è bastato: la crisi dell’editoria, pesantemente aggravata dalla pandemia, ha continuato a mordere sempre più forte determinando, da gennaio ad oggi, l’esito negativo di due importanti trattative finalizzate alla cessione dell’azienda.  

Tribunale. "Avendo inoltre – proseguono i soci – dovuto prendere atto delle dichiarazioni sindacali di indisponibilità ad accettare qualsiasi scelta aziendale che contemplasse la riduzione anche parziale del perimetro occupazionale e l’eventuale continuità in una sede diversa, ci siamo rivolti, nostro malgrado, in Tribunale presentando istanza di fallimento in proprio". La proprietà, continuano, si è trovata "nella drammatica situazione di dover constatare così che non esistono condizioni di sostegno esterno a un simile impegno culturale e che essa non dispone più di risorse aggiuntive da poter sottrarre alla propria missione di istituto religioso".  

Dramma lavoro. Su Bologna oggi sono rimasti 25 dipendenti, molti dei quali fino a ieri non erano a conoscenza della drammatica decisione. "Negli ultimi 15 anni – ricorda Padre Marco – a noi dehoniani l’investimento è costato carissimo: tra i 12 e i 15 milioni in azienda". Dalla Bibbia di Gerusalemme all’ Enchiridion Vaticanum , che raccoglie in 23 volumi tutti i documenti della Santa Sede dal 1962, ai manuali di teologia – solo per citare alcuni dei fiori all’occhiello –, il Centro editoriale era un punto di riferimento nel settore con oltre ottomila titoli e milioni di libri venduti e attualmente era proprietario dei marchi delle Edizioni dehoniane Bologna (Edb) e Marietti 1820. "Esprimiamo – chiudono con dolore i soci – vivo rammarico sia per le ricadute gravose sulla situazione occupazionale sia per il venir meno di un servizio prezioso alla Chiesa italiana". Dopo 60 anni gloriosi, ora davvero la storia sembra essere arrivata ai titoli di coda.  

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