Einstein, relatività noir sotto le Torri

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Nell’autunno del 1921 Albert Einstein passeggiava per le strade di Bologna, tra l’Archiginnasio, il teatro Modernissimo e piazza Vittorio Emanuele II (oggi piazza Maggiore). Tenne un ciclo di conferenze all’Alma Mater. E a invitarlo fu Federigo Enriques, professore di matematica di fama internazionale dell’Università di Bologna. ‘L’italianità di Einstein’, documentata sulle pagine de il Resto del Carlino di un secolo fa, offre lo spunto al nuovo thriller di Fabio Delizzos, La biblioteca segreta di Einstein (Newton Compton Editori). Nel romanzo, però, il soggiorno del fisico non va come previsto e la città viene sconvolta da una serie di omicidi.

Delizzos, come ha ricostruito il soggiorno bolognese di Einstein?

"Si può dire che ho ‘saccheggiato’ l’archivio con le copie del Carlino dell’epoca. La documentazione ha offerto tantissimi spunti. Infatti il Resto del Carlino è protagonista del libro, dall’inizio alla fine. In particolare un giornalista che si firma ‘G.N.’, una reale sigla del quotidiano, al quale poi ho assegnato un nome di fantasia".

In che modo il Carlino è protagonista del romanzo?

"La prima vittima, ad esempio, ha addosso una copia del giornale; vicino alla seconda qualcuno ha scritto la formula della relatività: E = mc2, proprio nei giorni in cui Einstein stava arrivando a Bologna. Sempre sul Carlino poi ho trovato una serie di annunci pubblicitari, pubblicati quasi ogni giorno, di una medium bolognese che si chiamava Miny. Non era proprio una medium, aveva un gabinetto ‘ipnotico-scientifico’, e diventa una delle protagoniste del romanzo".

Che accoglienza riservò l’Italia del 1921 a uno scienziato ebreo?

"La famiglia di Einstein si trasferì nel nord Italia quando lui era piccolo, ci era tornato spesso, qui aveva anche dei parenti. Le sue conferenze le tenne in italiano, ma arrivò in incognito. Enriques lo invitò a parlare della relatività, che era una teoria molto fraintesa, avversata dai fisici italiani, per non parlare di quelli tedeschi. Esisteva addirittura una lega ‘anti relatività’ per epurare la Germania dalla fisica degli ebrei. Quindi anche in Italia non era ben vista, nonostante ci fossero prove scientifiche. Era lo stesso anno in cui venne pubblicato in Italia il Protocollo dei savi anziani di Sion. Poi Mussolini e i fascisti sono arrivati in Parlamento. Anche Einstein fu vittima di tutto questo. E io ho voluto raccontarlo".

Amalia Apicella

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