
Elio sarà sul palco con il Gruppo Ocarinistico e Soqquadro Italiano Domani sera poi al Laura Betti
L’ironia graffiante e amara è quella di sempre. La verve pure. La partecipazione al Festival internazionale dell’Ocarina, invece, non era scontata, ma quando glie lo hanno chiesto non ha "potuto dire di no". Sarà Elio, con tutta la sua esuberanza, a inaugurare la kermesse in programma da oggi a domenica a Budrio, realizzata per il secondo anno da Fondazione Entroterre in co-progettazione con il Comune di Budrio e con il patrocinio di Città Metropolitana, Comune di Bologna, Ater, Egea, G.O.B., associazione Diapason e associazione ‘Il temporale’ e il coordinamento artistico del critico e studioso musicale Pierfrancesco Pacoda. Una incetta di esibizioni dei massimi rappresentanti della tradizione ocarinistica, di ogni generazione e da tutto il mondo. E così strade, piazze e i portici risuonano delle performance di una moltitudine di Oca-Buskers e appassionati, accorsi ad esibirsi sui palcoscenici a libero accesso. Nei mercatini tradizionali, artigiani e costruttori internazionali presentano le diverse forme assunte dallo strumento nel mondo (programmi e biglietti: ocarinafestival.org). Elio sarà sul palco per la prima nazionale de ‘Le sottilissime astuzie di Bertoldo’: in scena con lui Vincenzo Capezzuto e Soqquadro Italiano e il Gruppo Ocarinistico Budriese, appuntamento stasera alle 21 al Teatro Consorziale di Budrio. Lo spettacolo sarà in replica domani al teatro Laura Betti di Casalecchio.
Cosa lega Elio alle ocarine?
"Sono da sempre interessato a tutte le realtà chiamiamole ‘alternative particolari’. Così, quando mi hanno chiesto di partecipare al festival, è stato impossibile per me dire di no".
E di Bertoldo? Cosa ci racconta?
"Come genere siamo un po’ sulla falsariga della fiaba di Pierino e il lupo. Una favola che viene raccontata, sottolineata, punteggiata dalle ocarine. È uno spettacolo che sto portando in questo periodo in cui ho messo in pausa l’altro spettacolo, quello su Enzo Jannacci e il cantautorato".
Una pausa breve?
"È un periodo di breve di pausa, sì: lo spettacolo di Jannacci lo sto portando in giro da parecchi mesi e andrà avanti anche dopo questo stop. Sono stato anche al Teatro Duse per un paio di sere ed è stato bellissimo, ho avuto un riscontro meraviglioso".
Torniamo alle ocarine.
"Sono strumenti particolari, originali".
Meritano più visibilità?
"Secondo me ci deve essere più attenzione per tutte le cose italiane che hanno una qualità altissima e un’unicità irripetibile".
Che intende?
"Quello che facciamo noi in Italia, se pensiamo all’arte o al cibo, è unico in tutto il mondo. Noi siamo campionissimi nell’ignorare le belle cose italiane e campioni nell’esaltare cose mediocri che però arrivano da posti più fighi, più alla moda".
Lei che ne pensa?
"Io sono contrarissimo a questo pensiero e quindi faccio il tifo per le ocarine".
E Bologna? Anche a Bologna è così?
"Bologna è una delle meravigliose città italiane che abbiamo, è unica. Bisogna che la gente impari ad apprezzare quello che abbiamo, che capisca la bellezza quando va un po’ all’estero e veda il contrasto. Stiamo molto meglio noi, abbiamo le robe più belle e Bologna è una città fantastica: si mangia bene, la gente è simpatica e da sempre si inventano cose uniche".
Tipo?
"Gli Skiantos".
Ah…
"E’ appena morto Dandy Bestia, ignorato dalla maggioranza del pubblico e dell’informazione mainstream. Gli Skiantos sono come le ocarine".
Unici?
"Una meraviglia unica, che noi qua non siamo in grado di apprezzare perché sottostimiamo e sottovalutiamo".