Elisa Ciofini, talento della scrittura a 19 anni

La giovane, iscritta alla facoltà di Lettere, è stata selezionata fra i semifinalisti del Premio Campiello

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La passione della scrittura l’ha coltivata fin da bambina. Nel tempo ha allungato e arricchito la trama dei suoi racconti, e, a 19 anni, già scrive per diversi siti e blog. Ha pubblicato racconti in riviste e antologie e partecipato con ottimi risultati a tanti premi letterari, in collaborazione con diversi editori.

Elisa Ciofini vive a Sasso Marconi, è iscritta al primo anno della facoltà di lettere classiche all’Università di Bologna. Pochi giorni fa ha appreso di essere stata selezionata fra i semifinalisti della sezione giovani del Premio Campiello.

Elisa, questa notizia l’ha sorpresa?

"Non posso negare che lo stupore e la gioia del momento ci siano stati. Tuttavia, a me piace partecipare ai premi letterari per imparare dagli altri e condividere ciò che scrivo: una volta inviato il racconto, appena torno di nuovo di fronte al computer, cerco di non pensare a nient’altro che a divertirmi, perché, in genere, è quando ci si diverte che si è sinceri, e sono convinta che la sincerità sia una delle più importanti regole di scrittura".

Con quale opera ha partecipato al Campiello giovani?

"Con il racconto ’Per pura formalità, ovvero Turandot non esiste’. L’ispirazione, come è intuibile, mi è giunta da una frase del libretto dell’opera di Giacomo Puccini. Da lì sono partita per costruire una trama alternativa, una sorta di giallo nel quale una Liù anticonvenzionale decidesse di uccidere la Turandot di un commissario Calaf tutt’altro che eroico, nonché cieco al suo amore. Naturalmente, mi sono presa la libertà di cambiare ambientazione e nomi.

Dedica molto tempo alla scrittura? Come ha iniziato?

"Sicuramente la scrittura è da diversi anni la mia occupazione principale dopo lo studio. Da sempre mi sono piaciute le storie, e da sempre ho amato declinarle in maniere differenti (da piccola, oltre che con i miei primi e saltuari esperimenti di scrittura, con il disegno, ora anche con la recitazione). Diciamo che ho iniziato a scrivere con più intensione e progettualità sui banchi delle superiori".

Quali sono i suoi scrittori preferiti, quelli che hanno nutrito maggiormente la sua scrittura?

"Non è semplice farne una cernita, un po’ perché mi verrebbe da pensare a tanti nomi, un po’ perché consciamente o meno si è sempre influenzati da tutto ciò che si legge. In ogni caso, per la narrativa italiana, non potrei escludere Italo Calvino, Dino Buzzati e Natalia Ginzburg; per quella straniera, invece, Gabriel García Márquez e Friedrich Dürrenmatt".

Gabriele Mignardi

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