
L’allenatore: "Grazie a tutti, siamo felici di aver regalato gioia". Il sindaco Lepore a Casteldebole: "Per sempre uno di noi".
di Marcello Giordano
Tra il serio e il faceto, il sindaco Matteo Lepore entra nella partita relativa al rinnovo di Vincenzo Italiano, in corso di discussione, che una città intera attende con impazienza e come garanzia per il futuro: "Non vorrei dare il Nettuno d’Oro a un allenatore... No, forse sto entrando in discorsi che non devo fare".
Intanto la butta lì, iscrivendosi all’elenco di quei personaggi pubblici che fanno ‘pressione psicologica per la fumata bianca’. Poi, rivolto al mister rossoblù, entra nel ruolo istituzionale: "Bologna è una seconda pelle, una maglia che ti si appiccica addosso: sarai sempre uno di noi, a prescindere dalle strade che il calcio ti porterà a intraprendere".
Sono le 14.15, a Casteldebole, dove Italiano ha risollevato le sorti del Bologna dopo l’addio di Motta e le difficoltà iniziali, coltivando e curando poi un cammino di crescita culminato con il trionfo di Roma in Coppa Italia. Il primo cittadino Lepore, con fascia tricolore d’ordinanza addosso, inizia la cerimonia di consegna del Nettuno d’Oro a Vincenzo Italiano, tecnico che riportando un trofeo che mancava da 51 anni, ha scritto la storia e molto di più.
"L’onorificenza era stata inizialmente pensata per persone nate a Bologna: ma abbiamo esteso i confini, perché Bologna è una città aperta, a cui portano un contributo significativo anche persone che qui decidono di venire a vivere".
Lepore racconta di aver ha capito come Italiano fosse l’uomo giusto per il Nettuno d’Oro prima del trionfo: "Nel discorso che il mister ha fatto davanti a Mattarella ha dimostrato di essersi calato nella nostra realtà e di averla compresa nel profondo, parlando del senso di comunità che quella partita si portava dietro, sulla quale Bologna si fonda. Senso di comunità che domenica la squadra toccherà con mano nella parata celebrativa per le vie della città, senso di comunità dimostrato dal fatto che a Roma per la finale ci fosse una città intera che si è mossa, mentre i tifosi del Milan provenivano da città diverse. In questo senso Italiano ha fatto trionfare l’intera Bologna".
Le parole strappano applausi ed emozioni, che Italiano ricambia: "Ringrazio tutti, il sindaco, il consiglio comunale, ma pure il presidente Saputo, i direttori, la dirigenza, lo staff, la squadra e tutti quelli che lavorano a Casteldebole. Ringrazio i tifosi e la gente, la Coppa Italia è un po’ di tutti, perché tutti abbiamo dato qualcosina per conquistarla. È un onore ricevere il Nettuno d’Oro, che in passato è andato a Nobel, cantanti, poeti. È un onore aver regalato emozioni e gioia a tanta gente, è per questo che noi viviamo. Abbiamo coronato un percorso di crescita. L’inizio di stagione è era stato complesso, ma siamo sempre andati in crescendo, migliorando, raccogliendo i frutti del lavoro. E’ stato un anno fantastico – conclude –, tutti sanno quanto sia stato bene con ogni componente del mondo Bologna nel corso della stagione e in una città che mi ha fatto sentire accolto".
Sono le emozioni del calcio, che trovano riassunto nelle motivazioni del riconoscimento lette dall’assessora allo Sport Roberta Li Calzi: "Roma era la notte del tutto o del niente e un filo invisibile univa passato e presente".
Per il Bologna e nei cuori dei bolognesi. Il film ha avuto il suo lieto fine, è tempo di celebrazioni. Domani pomeriggio si terrà, a partire dalle 16,30, la grande parata del pullman scoperto che partirà dallo stadio e arriverà in piazza Maggiore, senza fermarsi. La festa può cominciare.