GIOVANNI DI CAPRIO
Cronaca

Ena Frazzoni, alla partigiana dedicata l’area verde di Porta Saragozza

Cipriani (presidente quartiere Saragozza): “Una docente antifascista alla quale siamo orgogliosi di dedicare questo giardino simbolo della resistenza”

L'intitolazione dell'area verde di Porta Saragozza alla partigiana Ena Frazzoni (FotoSchicchi)

L'intitolazione dell'area verde di Porta Saragozza alla partigiana Ena Frazzoni (FotoSchicchi)

Bologna, 13 dicembre 2023 – Questa mattina l’area di verde di Porta Saragozza, su viale Aldini, è stata dedicata alla partigiana bolognese Ena Frazzoni, scomparsa nel 1975 e unica donna tra i fondatori dell’Istituto Ferruccio Parri.

“Una docente antifascista, donna e partigiana bolognese del nostro quartiere, alla quale siamo orgogliosi di dedicare questo giardino simbolo della Resistenza”, apre la presentazione Lorenzo Cipriani, presidente del quartiere Porto-Saragozza.

Nata proprio oggi di 106 anni fa, il 13 dicembre 1917, la storia di “Nicoletta” - il suo semplice, sobrio e antieroico nome di battaglia – nell’antifascismo inizia dopo la laurea in lingue e con l’insegnamento della lingua inglese al liceo Righi. Dopo la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943 e dopo l’8 settembre, prese contatto con le forze della Resistenza del Pci e ha fatto parte dell’ufficio organizzazione del comando militare.

Quest’ultimo, nel giugno del 1944 è diventato il Cumer (Comando unificato militare Emilia-Romagna) guidato da Ilio Bartolini e di cui Ena è diventata segretaria “grazie alle sue incredibili doti organizzative e di mediazione - dice Luca Alessandrini, già direttore dell’Istituto Parri dal 1992 al 2020, nel suo ricordo di Ena -. L’unica donna posta al comando di una mediazione continua tra le diverse parti politiche che hanno composto la Resistenza e che, grazie alla conoscenza dell’inglese, ha gestito le comunicazioni con gli alleati. La ben nota unità della Resistenza è stata possibile grazie a persone come lei”.

Negli anni di guerra che hanno preceduto la Repubblica, Ena è stata una persona umile, severa e con uno sguardo di fiducia al futuro. “Essendo donna veniva considerata di meno e messa in secondo piano, ma - come dice Alessandrini - non ci è mai voluta stare in disparte. È stata in grado di intavolare relazioni che hanno tenuto in piedi il movimento e hanno portato poi alla fondazione della nostra Repubblica”.

Una figura della Resistenza spesso sottovalutata “in quanto donna e non l’è mai stata riconosciuta l’attenzione che merita. Una donna che ha dato tanto alla società bolognese anche dopo la Resistenza. Dotata di incredibile intelligenza, è stata una fortuna per i suoi ragazzi e ragazze a cui insegnava ed è sin da subito entrata nella lotta, senza colpo ferire”, afferma Anna Cocchi, segretaria provinciale di Anpi Bologna.

Cipriani ha chiuso l’inaugurazione con un annuncio “dedicheremo alla partigiana Adelia Casari il passaggio vicino all’anfiteatro che porta al monumento dedicato alle 128 donne partigiane cadute in guerra. Un ricordo doveroso alla persona che, assieme all'architetto Letizia Gelli Mazzucato, ha contribuito a fondare il monumento vicino a villa Spada”.