Enrico Brizzi: "Mihajlovic e Bologna, che bel romanzo"

Oggi Sinisa riceve la cittadinanza onoraria, lo scrittore-tifoso: "La guerra, il calcio e la malattia, il serbo ha una storia incredibile"

Sinisa Mihajlovic e nel riquadro Enrico Brizzi

Sinisa Mihajlovic e nel riquadro Enrico Brizzi

Bologna, 17 novembre 2021 - «A Bologna Mihajlovic è stato apprendista, salvatore della patria e oggi allenatore flessibile. In più si è fatto portatore di un messaggio di speranza per tutti quelli che affrontano la malattia. Un personaggio da romanzo dentro una vita da romanzo". E se lo dice Enrico Brizzi, scrittore appassionato di vicende rossoblù che sforna romanzi (più in generale libri) con la stessa prolificità con cui l’ultimo Arnautovic sfonda le reti avversarie, c’è da fidarsi. Oggi alle 18, alla presenza del sindaco Matteo Lepore, a Palazzo d’Accursio il Comune di Bologna conferirà a Mihajlovic la cittadinanza onoraria.

Mihajlovic cittadino onorario di Bologna mercoledì 17 novembre

Brizzi, Sinisa è talmente picaresco che diventa difficile ingabbiarlo da bolognese. "Lui è un personaggio romanzesco fin dagli anni della sua infanzia a Vukovar. Prima della pandemia ho percorso quei luoghi in bici nel mio viaggio lungo il Danubio che è diventato libro. Vukovar, Novi Sad, Belgrado: le tappe della sua formazione. Quando ti trovi lì realizzi che sotto i tuoi occhi si è consumata una della tragedie più incredibili nella storia dell’Europa".

Mihajlovic è impastato di quel furore. "E se l’è portato dietro fin da quando, con una chioma feroce, si è presentato giovanissimo in serie A, dopo aver vinto una Coppa dei Campioni in patria da eroe. Ogni eroe che si rispetti ha un’arma segreta: nel suo caso i calci di punizione".

E veniamo al Mihajlovic bolognese. "Apprendista allenatore, quando arrivò qui nel 2008. Poi nel 2019 è tornato e ha salvato la patria rossoblù, con un girone di ritorno che sembrava il lieto fine di una storia. Lì è arrivata la malattia, che ha ricordato a tutti come nella vita non ci sia mai nulla di scontato".

Ma l’eroe ha sconfitto anche la leucemia. "Senz’altro lo ha aiutato la sua tempra, ma gli è anche andata bene: se non lo riconoscessimo mancheremmo di rispetto ai tanti che non ce l’hanno fatta".

Mihajlovic festeggia i due anni dal trapianto. Cena col Bologna e duetto con Morandi

Mihajlovic cittadino onorario di Bologna: la sua opinione? "Se Bologna assegna questo riconoscimento a un tecnico che ha fatto felice una bella parte di città ed è stato da esempio per tutti quelli che nella vita affrontano un momento di sofferenza di certo non mi straccio le vesti. Anche se ho idee politiche diverse dalle sue: ma sono pure cresciuto in un altro contesto".

Anche il nuovo Bologna pare finalmente cresciuto. "Bravo Sinisa, che ha rinunciato a una certa rigidità e cambiando l’assetto ha dato prova di intelligenza: oggi è meno ‘spanizzo’ ma si è rivelato più flessibile. Il tempo medio di sopravvivenza di un tecnico su una panchina di A è brevissimo: se resisti quattro anni significa che hai saputo adattarti. Ed è un pregio".

Chi l’avrebbe mai detto dopo il crollo di Empoli. "Abbiamo preso qualche sberla, ma tra due giornate la nostra classifica potrebbe farsi davvero interessante".

Ch i la intriga di più tra i giovani di Casteldebole? "Hickey. Perché è nato a Edimburgo, una città che mi piace. Viene da un calcio romantico come quello scozzese. E perché è un vero sbarbo".  

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