"Era strafatta, non sapevamo avesse 17 anni"

Gli interrogatori di Villa Inferno, l’ex politico Cavazza tace: "Ondata di fango". Mentre Cresi: "Una volta a Pianoro, non vidi nulla di strano"

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di Nicola Bianchi

Lo schema era stabile, sia a Villa Inferno che in "altre abitazioni private", da parte di "un gruppo che era praticamente sempre quello". Alcuni noti degli otto indagati, altri "che per ora sono rimasti dietro le quinte". Ognuno portava la cocaina, si spartiva e si utilizzava in comune "con un effetto compensatorio". Chi, cioè, oggi metteva "un grammo, magari la volta dopo ne portava due". Le "fattanze" nella villa di Pianoro iniziavano sempre così, per continuare poi con rapporti sessuali, "a volte estremi", che, per le accuse, vedevano il coinvolgimento anche di minorenni. Una in particolare, Marta (il nome è di fantasia, ndr), la 17enne che ha fatto esplodere lo scandalo. Quello "schema", ieri, è stato raccontato da molti degli indagati dell’inchiesta del pm Stefano Dambruoso, negli interrogatori di garanzia davanti al gip Letizio Magliaro.

Scena muta. Tutti tranne uno: Luca Cavazza che ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. L’ultras della Virtus ed ex candidato leghista alle regionali, in giacca, camicia bianca e visibilmente teso, è stato il primo a presentarsi in tribunale, accompagnato dagli avvocati Massimiliano Bacillieri e Ercole Cavarretta. "E’ stravolto dall’ondata di fango mediatico che l’ha colpito – così i legali –, si sente tirato in mezzo in una situazione in cui non ha nessuna responsabilità". Cavazza, che si trova ai domiciliari, è accusato di aver reclutato, indotto e favorito la prostituzione della 17enne e di averle ceduto cocaina: "Abbiamo deciso di non rispondere, – continuano – ma contestando le accuse come vengono formulate. Non c’è mai stata nessuna costrizione riguardo il coinvolgimento della giovane, quasi maggiorenne. Abbiamo riscontri e continueremo con indagini difensive".

"Strafatta". Chi ha parlato, è stato invece Fabrizio Cresi, l’ex parrucchiere di 48 anni ai domiciliari che avrebbe indotto Marta a prostituirsi pagandola con coca e soldi: "Sono esterrefatto, – le sue parole ai cronisti – la portò a casa una mia ex (21 anni), non sapevo nemmeno fosse minorenne, pensavo sua coetanea. Con Villa Inferno non c’entro e con lei non ho mai tentato approcci". Così l’avvocato Donata Malmusi: "Abbiamo ristabilito la verità, la mattina che la 17enne è andata a casa di Cresi, era strafatta, stava male e lui le ha chiesto se voleva essere accompagnata a fare un giro fuori con il cane. Quel giorno non hanno fatto uso di droga". Nella villa di Davide Bacci a Pianoro vi sarebbe stato "una volta sola per un compleanno ma non ha visto cose particolari". Al momento non è stata presentata nessuna istanza di revoca della misura cautelare.

L’ex. Richiesta fatta invece dagli avvocati Giorgio Bacchelli e Giulia Bellipario per P.R., l’agente immobiliare 42enne con obbligo di firma: "I primi due capi di imputazione – così le difese – li abbiamo contestati totalmente (induzione alla prostituzione e cessione di cocaina), sul terzo ci siamo riservati di verificare la situazione non appena sarà più chiaro il materiale probatorio". Il capo C, l’aver divulgato materiale pornografico di Marta. Materiale, aggiunge Bacchelli, "che doveva restare tra loro due. Non c’è stata nessuna volontà del nostro assistito a diffondere quel video, poi lei potrebbe averne fatto un uso diverso, per soddisfazione personale. Ma noi che c’entriamo?". Tra i due ci fu una relazione di un paio di mesi, mentre sulla minore età di Marta, "quando P.R. l’ha saputo, ha chiamato sua madre dicendole che stava con lui e che sapeva che aveva 17 anni". L’uso di droga, che più volte emerge nelle conversazioni intercettate tra i due, sarebbe stato "modesto e circoscritto tra loro". Infine su Villa Inferno, "non abbiamo nulla a che fare con gli altri indagati, mai frequentato quella villa che non sappiamo nemmeno dove si trovi". Ciò è stato confermato anche dalla stessa Marta: "Mai stata con lui nella villa". Il rapporto tra la ragazzina e l’immobiliarista, si sarebbe interrotto quando P.R. "ha saputo che lei aveva frequentazioni diverse e andava a quei festini, a Villa Inferno e in altri posti".

In Procura. Davanti al gip anche F.F. (avvocato Michele Gnudi) e M.M., 36 anni ingegnere, difeso da Gabriele Bordoni: "Ha contestato di aver ceduto droga ad altri – così il legale – perché era in una condizione talmente estrema che non se lo poteva permettere. Tantomeno di aver avuto rapporti sessuali, in particolare con la minore. Ha solo consumato stupefacente".

Intanto alcuni indagati compariranno tra oggi e la prossima settimana in Procura, convocati dal pm Dambruoso. Al momento non andrà però Bacci, dall’altro ieri ai domiciliari dopo una settimana in carcere. L’imprenditore e proprietario di Villa Inferno, la settimana scorsa si era avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia. "Al momento – spiegano gli avvocati Roberto D’Errico e Giovanni Voltarella – continuiamo a fare i conti solo con le carte e non risponderemo a nessun interrogatorio".

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