"Eredità contesa, siamo pronti a un accordo"

Dopo i risultati del Dna, l’intenzione dell’Opera Padre Marella: "Vicini alle figlie, presto troveremo una volontà condivisa"

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Nell’enorme caos attorno all’eredità Stefanelli, una certezza sembra esserci: nessuna delle parti vuole la guerra. Tutt’altro. Lo ribadiscono gli eredi designati, lo sottolineano quelli ormai naturali a tutti gli effetti. Tradotto: dopo che il Dna ha confermato che le due figlie, fino ad oggi segrete, di Gino Stefanelli, le stesse e i tre eredi attuali (la Provincia San Domenico in Italia con sede a Milano, la Fondazione Ant onlus di Bologna e la Fraternità cristiana Opera di Padre Marella di San Lazzaro) sono pronti a una soluzione condivisa. "Siamo in attesa degli eventi – dicono dall’Opera –, ma nessuno farà la guerra. Ci incontreremo presto con le due donne per trovare un accordo di reciproco interesse". Di più, secondo quanto trapela, a bilancio sarebbero già stati messi soldi da restituire alle eredi naturali dell’imprenditore morto il 3 ottobre 2016. Nonostante fossero già stati investiti per importanti progetti per migliorare l’attività. Dall’Opera, inoltre, come già successo alcuni mesi fa, attraverso il nostro giornale arriva la "vicinanza umana alle sorelle per la dolorosa situazione che stanno vivendo".

Il caso. I restanti dubbi, di una vicenda intricata, sono ora vicini a una percentuale al di sotto dello ’zero virgola’. Così terreni, fabbricati, ville, società e il resto del bendidio milionario griffato Gino Stefanelli, sono pronti a traslocare nelle mani delle due figlie. L’ultimo inghippo dell’eredità (per alcuni 70 milioni, per altri la metà) dell’imprenditore di Marzabotto, che su volontà di due testamenti olografi doveva essere spartita tra l’Opera Padre Marella, i frati predicatori del San Domenico e l’Ant, infatti è stato risolto dal Dna. "L’analisi dei sistemi esplorati – scrivono oggi i Ctu Adriano Tagliabracci e Susi Pelotti nel lavoro depositato il 7 settembre – e il confronto tra i profili genetici, hanno posto in evidenza una piena compatibilità genetica tra il profilo di Gino Stefanelli e quelli di... e ...". Ancora: "Il valore di indice di paternità – concludono – è risultato per il trio presunto padre Gino Stefanelli, ’’xx’’ madre e figlie, corrispondente a un supporto estremamente forte all’ipotesi testata di paternità".

"Pronti all’accordo". Ieri, intanto, sono scaduti i 20 giorni a disposizione dei Ctp nominati dalle parti per depositare eventuali osservazioni, cosa non avvenuta. Il 17 ottobre i Ctu depositeranno il lavoro definitivo, a dicembre l’udienza di precisazioni delle conclusioni, a seguire la sentenza dove verrà dichiarata la paternità di Stefanelli. La volontà di trovare un accordo arriva anche dalle figlie legittime di Stefanelli, 41 e 45 anni: "Abbiamo già abbozzato una trattativa con le parti – spiega l’avvocato Lorenzo Casanova che lo scorso anno presentò un atto di citazione per rivendicare l’eredità –, vorremmo evitare contenziosi". Già le prime certezze erano arrivate dal tribunale con tanto di sentenza passata in giudicato con la quale, il 4 febbraio 2019, venne disconosciuta la paternità con quello che era il marito di loro madre ed entrambe per 40 anni chiamarono papà. La seconda – decisiva – è arrivata dalla riesumazione di Stefanelli e dalla comparazione tra il suo Dna e quello delle due figlie.

Nicola Bianchi

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