Bologna, 31 ottobre 2024 – Un mare di persone oggi pomeriggio, nella chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Paolo di Anzola, si è stretta attorno ai familiari, alla compagna di Lorenzo Cubello trasmettendo calore, affetto, vicinanza. Era l’operaio di 37 anni morto nella fabbrica della Toyota di Bologna, era di Anzola ma che viveva a Russi (Ravenna) con la compagna Paola Pauwlikowicz di origini polacche e dalla quale stava aspettando un bambino, che sarebbe nato tra due mesi.
E oggi pomeriggio si è svolto il funerale, concelebrato dal parroco don Graziano Pasini a cui hanno partecipato almeno trecento persone. Due giorni fa l'addio all'altro operaio morto nell'incidente sul lavoro, Fabio Tosi.
Al rito funebre erano presenti i genitori di Lorenzo, Domenico (carabiniere in congedo) e Antonella Cubello, i fratelli Francesco e Mariasara, i parenti, gli amici, i colleghi di lavoro, il sindaco di Anzola Paolo Iovino, quello di Russi (Ravenna) Valentina Palli e l’assessora Anna Lisa Boni per il Comune di Bologna.
Eppoi rappresentati di Confindustria, della Toyota e i carabinieri della stazione di Anzola, di Bologna - Navile, di Castello di Serravalle, di Borgo Panigale e militari dell’Arma in congedo.
Il bimbo si chiamerà Lorenzo, come il padre
Il bimbo che nascerà si chiamerà Lorenzo come ha detto la stessa Paola a margine del funerale. “Lorenzo – ha affermato Paola – è entrato nella mia vita nel 2021 e non vedeva l’ora di veder nascere suo figlio. Ed è entrato nella mia vita con la sua allegria, con la sua dolcezza, con il suo senso di protezione. Con lui, posso dire di aver iniziato a vivere di nuovo. Con lui ho viaggiato, ho sognato, abbiamo superato ostacoli. E la distanza di 80 chilometri che inizialmente ci superava non ci ha scoraggiato”.
La compagna: “Non mi abituerò mai alla tua assenza”
“Lorenzo amava il mare – continua Paola – ed il suo sogno di vivere al mare l’abbiamo realizzato insieme. E lui si alzava presto tutta la settimana per andare a lavorare a Bologna. Sacrificandosi per noi per la famiglia. Grazie Lorenzo per esserti preso cura di mio figlio. Grazie Lorenzo perché mi hai migliorato come persona, sono stata la tua principessa. Grazie per avermi donato questo bimbo che chiamerò Lorenzo. Ti chiedo scusa se a volte non ti ho capito. Non mi abituerò mai a camminare senza di te. La vita ci ha uniti ed ora la morte ci ha divisi, buon viaggio amore. Ti amo”.
Don Graziano: non si può morire così
Il parroco, don Graziano, nell’omelia, ha tra l’altro detto: ”Stiamo vivendo un’ora di profondo e costernato dolore. Non spetta a noi entrare nelle dinamiche per capire le cause che producono i troppi incidenti sul lavoro. Ma non si può morire a causa del proprio lavoro che non può essere un luogo di morte ma di vita. Lorenzo era un uomo buono, pieno di vita sempre disponibile verso gli altri, gran lavoratore attento e scrupoloso a volte persino troppo risoluto. Era appassionato alla vita ne è prova il fatto che appena ha saputo che sarebbe diventato padre ha iniziato ad avere una luce diversa negli occhi”.
Il corteo e la scritta “Ciao Lory”
Al termine del funerale, si è formato un corteo all’esterno della chiesa che ha accompagnato la salma al vicino cimitero comunale per la sepoltura. Sul santino, che ritrae Lorenzo in una bella immagine spensierata, solo due parole: “Ciao Lory”.