Esposto contro 25 haters di Sandra Matteuzzi "Offese sui social subito dopo l’omicidio"

Polizia postale al lavoro per le identificazioni. La famiglia della vittima: "La sua memoria infangata in un momento di grande dolore"

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Lo avevano annunciato e dopo un’attenta analisi hanno agito: i parenti di Alessandra Matteuzzi hanno querelato 25 haters che, sostengono, hanno diffamato la loro congiunta sui social. Matteuzzi è la cinquantaseienne che il 23 agosto scorso è stata assassinata a martellate e colpi di panchina sotto la propria casa in via dell’Arcoveggio dall’ex fidanzato di 27 anni, Giovanni Padovani, che la donna aveva già denunciato per stalking e ora detenuto nel carcere della Dozza.

Nei giorni subito successivi al brutale omicidio della donna però alcuni ’leoni da tastiera’ si erano lanciati in commenti offensivi nei suoi confronti sui social. Così la sua famiglia, rappresentata dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, ha deciso di procedere con la querela, intenzione già anticipata nelle scorse settimane. Il reato che si ipotizza è quello di diffamazione aggravata, nonostante nei commenti non si leggano solo insulti ed epiteti offensivi "canonici", ma per lo più allusioni suggestive, parole di disprezzo affidate a Facebook e Instagram. Nel dettaglio, sono 25 le persone segnalate alla Polizia postale e indicate nell’esposto presentato alla Procura.

Secondo i familiari di Matteuzzi – la sorella, il cognato e il nipote – i messaggi avrebbero offeso la reputazione e la memoria della cara appena scomparsa, peraltro in un momento di particolare fragilità e sconforto della famiglia e a seguito di un delitto tanto brutale e violento. Tra le frasi nel mirino, una serie di commenti e valutazioni che, secondo i familiari, fomentano odio, denotano spregevolezza e rappresentano una immotivata aggressione nei confronti di una persona che non può più difendersi.

Tra i denunciati anche Donatello Alberti, direttore della Croce Bianca di Ferrara, che nelle ore successive all’assassinio scrisse sui social: "Comunque anche lei come andava conciata, ovvio che il ragazzo era geloso", suscitando forti polemiche e poi finendo sospeso dall’associazione. Gli investigatori sono al lavoro per individuare le persone fisiche da cui sono arrivati i messaggi.

Nel frattempo, proseguono i rilievi sui cellulari e i computer in dotazione ad Alessandra e a Padovani. Dopo che di recente sono stati trovati altri due telefonini in uso al giovane killer, rinvenuti nel suo domicilio in Sicilia, regione in cui risiedeva perché calciatore in forze a una squadra dilettantistica del posto, è stato conferito un nuovo incarico ai consulenti i quali hanno chiesto una proroga di 60 giorni per depositare le proprie conclusioni. Non solo: con i due telefonini, è stato acquisito anche il computer del lavoro di Alessandra. Nel quale si trova una cartella personale, tutelata da password, che i tecnici intendono analizzare per vedere se vi sia materiale legato a Padovani o comunque utile alle indagini. Esiti attesi a metà dicembre.

f. o.

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