Eva Robin's: Bologna è una culla che protegge

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Eva Robin's

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Bologna, 27 maggio 2021 - Bologna non sono mai riuscita a barattarla con Roma o Milano. Questa è sempre stata la mia culla, un nido che mi ha protetta, mi sono sempre sentita molto accolta e inserita. Abito al Pratello e mi godo il centro storico, lo giro con la bicicletta, sono padrona di tutto questo spazio in cui è tutto molto familiare.

Sono molto legata a certi luoghi della città, ad esempio a L’Inde Le Palais, dove abbiamo fatto tante performance con Jacopo Tonelli. La mia vita lavorativa è iniziata a Bologna, assieme a Patrizio Roversi e Syusy Blady, poi sono arrivati Antonio Ricci e programmi tv come ‘Lupo solitario’ e l’Araba Fenice. E’ partito tutto da qui, ci esibivamo nei cortili dell’estate bolognese. Il tempo ha cambiato più me che la città, la vedo con occhi diversi, più pacati e riflessivi.

Ormai difficilmente esco la sera, ma riesco a cogliere la bellezza negli angoli. Di Bologna amo molto i musei, le mostre. Ho appena visto quella di Nicola Samorì, bellissima: è una grande performance creativa, mi veniva da buttarmi per terra e invocare una crisi di Stendhal... ma non è avvenuto. Anche le chiese sono fantastiche: io sono stata allevata da suore e preti e per me ha un grande significato entrare in luoghi così, con grandi opere d’arte.

Anche io dipingo e dipingendo ho passato gran parte del lockdown: due opere saranno esposte in via Montegrappa in uno spazio che comprende opere d’arte e cibo. A proposito di progetti, ne ho uno nuovo: si chiama ‘La discoteca’ ed è un cortometraggio del regista esordiente Jacopo Miliani, che sarà presentato al festival Gender Bender. Il corto è ambientato in un futuro distopico dove gli esseri umani, se si toccano, si trasformano in fiori: io sono la guardiana di questo cimitero di fiori secchi di ex umani. Riprenderò una piccola tournée le cui date sono slittate a gennaio con lo spettacolo ‘Lettere a Yves’ di Roberto Piana, dove non recito ma canto. Io nasco canterina, come corista di Amanda Lear. Sono abbastanza sfaccettata... una ‘buona a nulla’ capace di tutto.  

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