Ex caserme di Bologna, cittadelle fantasma: rifiuti, degrado, abbandono

Mentre sotto le Due Torri gli alloggi scarseggiano, le aree militari restano ostaggio della burocrazia. Decine di migliaia di metri quadrati di superficie in balia di sbandati, spacciatori e senzatetto

L'ex caserma Mazzoni in zona Murri

L'ex caserma Mazzoni in zona Murri

Ricordano il cimitero degli elefanti, anche se di Disney c’è poco. Le caserme militari abbandonate se ne stanno lì, nascoste in angoli di Bologna, come enormi esoscheletri che giacciono in attesa di essere rispolverati. Di tante si parla da anni, altre sono finite al centro di occupazioni o progetti di riqualificazione mai portati a termine. Alcune sono di proprietà del Demanio, altre hanno vissuto intoppi burocratici. Una cosa le accomuna: lo stato di degrado in cui versano.

Non è una novità, ma il dibattito sugli enormi stabili militari dismessi sembra sparito dai radar nell’ultimo anno. Chi abita nelle aree limitrofe, in primis, continua a denunciare incuria e sporcizia; i comitati alzano la voce, inascoltati; la politica si lancia in annunci e proclami, ma poi... Da Palazzo d’Accursio filtrano novità e qualcosa potrebbe muoversi con l’inizio dell’anno. Ma in che stato versano, al crepuscolo del 2022, le caserme ‘bolognesi’ ormai dimenticate?

MAZZONI

All’incrocio tra via Murri, via Parisio e via delle Armi l’ex Mazzoni (vuota dal 2005), attaccata alla caserma dei carabinieri, è stata al centro di polemiche: prima si era parlato di un supermercato e di un ampio parcheggio, ipotesi poi accantonata anche per le proteste dei cittadini, mentre ha preso piede il progetto di una grande area verde adiacente al canale del Savena. L’immobile, di Cassa depositi e prestiti, e ha una superficie oltre 46mila metri quadrati: quasi sette campi da calcio.

PEROTTI

In via Carlo Marx (nel cuore del Savena) è quella che, probabilmente, versa in condizioni peggiori. Teatro del grande rave del 2007, è di proprietà demaniale. Da anni è stata individuata come sede per il nuovo polo archivistico interregionale dell’Agenzie dell’entrate e per la nuova sede dell’ufficio territoriale Bologna 2: lo studio ArchLiving ha vinto il concorso concluso a metà 2020, con un progetto fatto di verde, grandi finestre e una struttura sostenibile e all’avanguardia. Ma non si è ancora mosso nulla. Alcuni stabili all’interno sono stati demoliti e rimangono i cumuli di macerie. Non solo: qualcuno ha aperto un varco nella recinzione per intrufolarsi dalla strada, in maniera abusiva. A terra c’è di tutto: immondizia, confezioni di cibo, vestiti e anche di peggio.

STAMOTO

Silenzio anche intorno al futuro dell’ex Stamoto, zona Massarenti, non fosse per le numerose occupazioni e conseguenti sgomberi dell’ultimo anno. Anche ora, a dire il vero, da uno dei comignoli si vede uscire del fumo, nonostante le luci alle finestre siano tutte spente… A giugno furono trovati anche 15 chili di stupefacenti ben custodi in quella che sembrava essere una nuova centrale dello spaccio.

STAVECO

Proseguendo il ‘tour del degrado’, si arriva al fiore all’occhiello della città: la Staveco. Strategicamente posizionata sui viali, è conosciuta per il parcheggio alle porte del centro storico e per essere comparsa più volte nel dibattito politico durante l’ultimo mandato del sindaco Merola. L’ex polo militare, grande oltre 93mila metri e inutilizzato da più di 20 anni, dovrebbe vedere sorgere al proprio posto la nuova cittadella giudiziaria. Al momento, anche qui, la discussione è ferma.

SANI E MASINI

Dulcis in fundo, ma non troppo, gli altri due immobili di proprietà di Cdp: la caserma Sani di via Ferrarese e la Masini di via Orfeo, ex sede del collettivo Làbas. La prima sembrava essere, fra le tante, quella più avanti nel percorso di riqualificazione, con l’intenzione di creare nuovi insediamenti abitativi, uno studentato, appartamenti per giovani coppie e servizi per gli anziani, ma poi è finita per essere esclusivamente oggetto di occupazioni da parte degli antagonisti. La seconda fluttua ancora nel limbo: si era parlato di una vendita imminente e della volontà di creare spazi residenziali e ricettivi, poi più nulla.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro