Nell’ex Dietorelle a Zola Predosa 60 case: critiche e dubbi

Il maxi-progetto divide i residenti. Lo stabilimento, da anni in stato di abbandono, era il gioiello dell’impero industriale dei Gazzoni Frascara

L’insegna dello stabilimento Dietorelle abbandonato nel giardini di via Gandhi

L’insegna dello stabilimento Dietorelle abbandonato nel giardini di via Gandhi

Zola Predosa (Bologna), 22 gennaio 2021 -  Prima l’abbandono , poi il saccheggio e il degrado, presto la demolizione per far posto ad una sessantina di appartamenti. È il destino dell’ex stabilimento Dietorelle di Zola Predosa, oltre 4mila metri quadrati di una fabbrica che fa parte della storia industriale bolognese in quanto sede negli anni Sessanta del Pastificio Bazzanese, per poi entrare nell’orbita dell’impero industriale della famiglia Gazzoni Frascara. Così fino al 2005 nel complesso di via Gandhi una sessantina di dipendenti erano impegnati nella produzione delle caramelle dietetiche e degli altri articoli a marchio Dietor, comprese le iconiche Pastiglie del Re Sole. Giuseppe Gazzoni Frascara aveva già ceduto i suoi gioielli alla finanziaria olandese che controllava la Leaf Italia, quando arrivò la decisione di chiudere lo stabilimento di Zola e anche di quello gemallo di San Pietro in Casale.

Oggi i segni di abbandono e di degrado sono sotto gli occhi di tutti, compresi gli automobilisti che transitano sulla Nuova Bazzanese, quasi di fronte alla sede delle Officine Maccaferri. Il via libera alla trasformazione edilizia è stato discusso in consiglio comunale e anche nell’ultima seduta del consiglio di frazione, dove non sono mancate voci critiche sul prevedibile impatto su traffico e la congestione già alta della dorsale di via Roma, sulla quale si riverserebbe il flusso aggiuntivo derivato da un insediamento che, come ha precisato l’assessore all’Urbanistica Ernesto Russo, ad oggi non ha ancora ottenuto il via libera definitivo.

«L’intervento prevede la cessione all’Amministrazione comunale di un’area per la realizzazione di un Parco urbano (area posta ad ovest di quella attualmente insediata) – chiarisce l’assessore –. Nella definizione dell’assetto dell’ambito l’edificazione deve essere concentrata nella parte est, in coerenza con le parti esterne già insediate, allontanando le nuove costruzioni dalla viabilità di livello provinciale. Inoltre il 20 per cento delle nuove unità dovrà essere destinato ad edilizia popolare", ha spiegato Russo nella seduta del consiglio di frazione nel corso del quale la consigliera Mara Mazzoli ha sottolineato la necessità di collegare i due tratti di pista ciclabile presenti in zona e di arrivare alla realizzazione del nuovo ponte pedonale e ciclabile che scavalcando il corso del torrente Lavino vada a collegare il Giardino-campagna di Palazzo Albergati. Opera che costerebbe circa 600mila euro, ha chiarito l’assessore, a fronte di un contributo di sostenibilità a carico dei costruttori che assomma a 329mila euro, parte dei quali da versare al fondo perequativo della Città metropolitana.  

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