BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Fabi, Gazzè, Silvestri: trent’anni in musica

Oggi al Modernissimo doppia proiezione del docufilm ’Un passo alla volta’. Le storie personali e il percorso comune, dagli inizi fino al Circolo Massimo.

Max Gazzè, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri stasera saranno al Modernissimo

Max Gazzè, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri stasera saranno al Modernissimo

Un viaggio lungo trent’anni tra canzoni, prove, tour, l’impegno sociale e il piacere di condividere un pezzo di vita insieme. Protagonisti Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, che poi nel 2024, per celebrare i dieci anni dall’album collettivo ’Il padrone della festa’, nato dopo un viaggio in Sud Sudan con la ong Medici con l’Africa, tennero un concerto-evento di tre ore al Circo Massimo davanti a cinquantamila persone. Sono questi i contenuti del film ’Un passo alla volta’ di Francesco Cordio, che questa sera viene presentato al Modernissimo alla presenza del regista e dei tre artisti. Lo spettacolo delle 20,30 è già sold out, per quello delle 23 ci sono ancora biglietti. I tre musicisti – davvero amici affiatati che lo scorso 2 aprile a Roma, per l’anteprima, hanno hanno incontrato il pubblico per la proiezione, in tutte le sette sale del cinema Barberini – sono testimoni di una storia musicale molto longeva che cavalca varie generazioni, hanno percorsi personali e musicali indipendenti, ma sono amici di lunga data. Da quando a inizio anni Novanta si esibivano nei locali romani. Attraverso interviste, riprese live e materiali d’archivio, il documentario di 100 minuti di Francesco Cordio racconta un viaggio lungo trent’anni, il loro percorso professionale, dal Locale in vicolo del Fico, ai primi successi, al Festival di Sanremo e alle grandi arene rock, con l’amore per la musica a fare da collante. Perché "se canto da solo ha un significato" dice Fabi nel film, "con Max e Daniele si allarga enormemente".

"Circa dieci anni fa, grazie a una lunga collaborazione con Daniele Silvestri – ha raccontato il regista Cordio, che lavora solitamente su tematiche sociali – ho proposto loro di girare un docufilm durante un tour europeo. Suonavano nei piccoli club delle capitali, interpretando le canzoni del loro album ’Il padrone della festa’, di fronte a un pubblico prevalentemente composto da italiani residenti all’estero. Il viaggio, svolto a bordo di un pullmino, fungeva da filo conduttore per raccogliere le storie di studenti e lavoratori che avevano scelto di lasciare l’Italia. Il film, che ebbe un ottimo riscontro, fu trasmesso dalla Rai e quell’esperienza mi aveva già fatto comprendere quanto i tre musicisti fossero capaci di instaurare un dialogo autentico con la gente, arricchendo notevolmente la narrazione". E aggiunge: "Questa volta, però, la dinamica è cambiata: sono stati loro a propormi l’idea del documentario, mettendosi in gioco come protagonisti".

Benedetta Cucci