Fate attenzione ai cani da taschino

Giorgio

Comaschi

Però occhio a una nuova tendenza emergente. Adesso i cani sono sempre più piccoli. Una volta il Coker era considerato un cane piccolino, come il Barboncino, o il Chihuahua. Adesso ci sono Coker minuscoli, Barboncini invisibili e Chihuahua grandi come un pacchetto di sigarette. E sono nate nuove razze. Cani da tasca, cani da borsetta, cani da marsupietto, addirittura cani da taschino. State attenti. Incontrate un’amica, sembra normale, ha un giubottino classico, ma notate uno strano mini rigonfiamento nella tasca destra: è un cane. È Pulce, lei lo chiama così. È tre centimetri. "È un Bouledogue francese – fa lei – però nano". Che carino, che carino. E quando Pulce fa il suo bisogno bisogna avere una lente d’ingrandimento. È come un chicco di caffè (che però non sa di caffè). Ci sono dei cani che si tengono nel palmo della mano, altri ancora più piccoli, altri ancora che spariscono nel senso che ci sono, li chiami e non li vedi. "Sono carinizzimi", dice la proprietaria di un ’Kazzineker’ birmano che però non riesce a trovare nella borsa per fartelo vedere. È sotto uno scontrino della Coop. Una nuova tendenza insomma allarga il grande boom dei cani. Più piccoli sono più la gente fa la voce sottile quando gli parla, e più fa la cantilena che si fa coi bambini. Per strada è uno squittio continuo. "Si chiama Prik, hai visto che carino?". Ma poi sui nomi si va a contrasti. Una mia amica ha un Chihuahua minuscolo e l’ha chiamato Panzer. Che curàgg!

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