Federico Dordei morto nell'incidente a 7 anni: tre a processo

La richiesta della Procura per il dramma del piccolo figlio del cestista Luigi che guidava l’auto. "Omicidio stradale"

Luigi Dordei con il figlio Federico, sette anni. La tragedia avvenne nel 2019

Luigi Dordei con il figlio Federico, sette anni. La tragedia avvenne nel 2019

Bologna, 16 febbraio 2021 - Lo strinse tra le braccia l’ultima volta prima che il suo piccolino chiudesse gli occhi per sempre. Gridò il suo nome a più non posso, con le mani sporche di sangue e il cuore devastato dal dolore. Tutto però fu inutile. Perché quel cuoricino di appena sette anni si spense per sempre davanti agli occhi del papà, Luigi Dordei, noto giocatore di basket (tra le sue squadre Ozzano, Imola e tanta serie A). Il quale oggi deve rispondere di omicidio stradale con la Procura che ne chiede il giudizio. Una decisione soffertissima sotto il profilo umano, quella che arriva dagli uffici di via Garibaldi, ma allo stesso tempo inevitabile. Uguale la sorte per altri due imputati: un operaio e il suo datore di lavoro, accusati dal pubblico ministero Giampiero Nascimbeni di non aver rispetto tutti i crismi relativi alla sicurezza stradale.

L'addio Funerali di Federico, lacrime e bandiere biancoblù. Papà Luigi: "Mi date forza" FOTO

Migration

La dinamica

Già, perché tutto ruoterà attorno a quel maledetto pomeriggio del 15 giugno 2019 lungo la Nuova Porrettana dove la Toyota condotta da Luigi Dordei, 39 anni, si schiantò e perse la vita il piccolo Federico, sette anni. ll bambino, regolarmente legato al seggiolino della Rav 4 , e il suo papà erano diretti verso l’Appennino. La loro auto, arrivata all’altezza della zona industriale di Pontecchio Marconi, si trovò davanti un camioncino fermo sul lato di destra, al servizio di tre operai dell’Anas intenti al taglio dell’erba sulla statale. Il mezzo era vicino al guardrail, ma con parte del lato sinistro sporgente sulla corsia per i mezzi provenienti da Bologna. Mentre uno degli operai era rimasto alla guida del furgoncino, pronto ad avanzare a passo d’uomo, un secondo collega era poco più avanti nella scarpata a tagliare l’erba con il decespugliatore, infine il terzo, rimasto dietro al mezzo con la bandierina arancione per segnalare la presenza dei lavoratori agli altri utenti della strada.

Omicidio stradale

Secondo le accuse, però, quella manovra non sarebbe stata fatta in totale sicurezza. Innanzitutto l’operaio con la bandierina non avrebbe rispettato le distanze – un centinaio di metri – tra lui e il furgoncino, necessarie per mettere in allerta gli altri mezzi in arrivo e dare modo loro di rallentare. Ma non è tutto. Sempre stando alle accuse, a processo dovrà andare anche il titolare dell’impresa che aveva in appalto la manutenzione del verde dell’asse attrezzato, ’colpevole’ di non aver rinnovato il corso di aggiornamento per il suo dipendente.

Archiviati

Proprio per queste presunte mancanza, tramutate giuridicamente in violazioni delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, che i due ora sono chiamati a rispondere in concorso con il conducente della Toyota Rav 4. Una prima auto, che anticipava quella della famiglia Dordei, secondo le testimonianze rese alla Municipale e alla Procura, si sarebbe accorta all’improvviso del cantiere ‘scartandolo’ all’ultimo momento. Manovra non riuscita invece alla Rav 4 finita contro lo spigolo posteriore del camioncino, per poi schiantarsi. Per Federico non ci fu nulla da fare, mentre il padre rimase ferito in maniera non grave. Inizialmente la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati anche gli altri colleghi che erano al lavoro sulla strada, le cui posizioni però, nel corso degli accertamenti, sono state archiviate.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro