Federico Minoli "La mia vita in Ducati Ora vivo a Boston e racconto Bologna"

L’industriale, ex ad della rossa e oggi presidente di Poc e Deus, sarà ospite domani sera a Illumia con Bernardi e De Angelis. L’incontro sul tema ’A tutto gas’: "Il doppio successo è una gioia"

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di Giacomo Gelati

Sono innumerevoli le anime eclettiche e imprenditoriali di Federico Minoli e non basterebbe una vita per saggiarle tutte. Lui che partito da Gallarate il mondo l’ha viaggiato in ogni dove prima di diventare amministratore delegato della Ducati, della Fiera di Bologna, ma anche gm di Benetton Usa, presidente del gruppo Dainese e oggi presidente dell’azienda svedese Poc, del gruppo Deus e via discorrendo all’infinito. A raccontarne personalità e ingegno ci proveranno domani alle 21 Francesco Bernardi e Claudio De Angeli, che ospiteranno Minoli all’Auditorium di Illumia di via de’ Carracci all’interno dell’incontro dal titolo ‘A tutto gas’.

Minoli, come ha accolto la vittoria della Ducati?

"La doppietta Superbike e Moto Gp è stata una grande gioia ed è il coronamento di un percorso iniziato tanti anni fa e del quale sono stato protagonista: adesso da tifoso sono molto contento, sarò in piazza a gioire insieme a tutti gli altri. Nel 2007 c’ero io, oggi il merito va a Domenicali, Dall’Igna, Ciabatti, Tardozzi e ovviamente i piloti. La vivo come il successo collettivo di tutta la scuderia".

Come sta passando la pensione?

"Prima di tutto sto viaggiando fra le mie due case di Boston e Bologna, andando anche a trovare i figli a Filadelfia e Los Angeles. Io e mia moglie, che è americana, facciamo la spola e giriamo con la nostra cagnolina, che è bolognese e infatti a Boston litiga con gli altri cani perché abbaia in italiano...".

Come si vive a Boston?

"È un momento di euforia perché le elezioni di metà mandato sono andate come la città voleva: Boston è democratica e progressista, assomiglia molto a Bologna: ha mezzo milione di abitanti, la giri a piedi e si basa su università prestigiose, ospedali e hi-tech".

Collabora con le università?

"Vado a insegnare in un circuito di università, anche se ’insegnare’ è una parola troppo grossa. Porto le mie testimonianze professionali ai ragazzi delle business school".

Qual è lo stato dell’arte dell’imprenditoria locale?

"Bologna mi dà l’idea di essere molto viva, aperta a cose nuove, pronta a rischiare e a innovarsi: sono le caratteristiche che ne fanno un punto di forza dell’economia italiana. Qui c’è un tessuto imprenditoriale solido, dal medicale alla meccanica, passando per la meccatronica, supportato dall’università. Il fatto che l’Italia sia un terreno fertile per chi cerca di comprare idee, vuol dire che le idee ci sono".

Come ci vedono all’estero?

"Basta andare in giro per la città per farsene un’idea: da quando c’è stata la riapertura Bologna è letteralmente invasa dagli americani. Il turista è attratto dal fatto che sia un luogo autentico: uno va a Venezia e Firenze e gli sembra di essere in una città finta, qui invece gli sembra di respirare. Ma si potrebbe comunque fare di più per tutelare il suo patrimonio storico-culturale ed evitare che il centro diventi una baracconata".

Cosa pensa delle misure contro il caro energia?

"I provvedimenti sono chiaramente un tampone e non risolvono tutto. Intanto ci aiutano a scollinare, un po’ come col Covid-19, ma i problemi di prima rimangono, pertanto valuteremo il Governo una volta che affronterà i problemi veri di imprese e famiglie".

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