
Da sinistra: lo chef Valentino Marcattilii, il rettore Giovanni Molari, Cristiano Fini (presidente Cia), la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio, Ettore Prandini di Coldiretti e Simone Spetia
ZOLA PREDOSA (Bologna)Anniversario in congiuntura sfavorevole quello celebrato ieri pomeriggio a Palazzo Albergati di Zola Predosa (Bologna), dove si è svolta l’assemblea annuale di FederUnacoma (Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura), che riunisce le associazioni dei costruttori di macchine per il settore agricolo. Complessivamente 360 imprese, che per il 2024 si trovano a fare i conti con la brusca frenata dell’export del settore che, con un valore di 6,8 miliardi, arretra del 15,1% rispetto al 2023. Un made in Italy penalizzato dalla contrazione della domanda globale e dalle restrizioni commerciali. Riflesso diretto di contrazione delle attività economiche e bassa redditività dell’agricoltura a livello globale, che si traduce in una domanda di macchinario agricolo che chiude il 2024 col calo dell’8% rispetto all’anno prima. Si conferma così un trend negativo, che ha visto il totale delle immatricolazioni passare dai quasi 2,5 milioni di unità del 2021 agli attuali 2,03 milioni, con una perdita in soli quattro anni di circa 450mila unità.
Sono questi i dati relativi all’andamento del mercato mondiale, diffusi in occasione dell’assemblea annuale nel corso della quale si sono celebrati anche i primi ottant’anni di vita di questa federazione, che ha colto l’occasione per uno sguardo al contesto mondiale e nazionale, affidato alla riflessione di Paolo Mieli, intervistato da Simone Spetia. Per poi calarsi nella realtà agricola nazionale, dalla filiera delle macchine alla terra e quindi alla tavola. Una tavola rotonda che ha coinvolto la presidente Mariateresa Maschio, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il presidente Cia Cristiano Fini, Nicola Gherardi di Confagricoltura, il rettore di UniBo Giovanni Molari, fino allo chef del ristorante San Domenico di Imola, Valentino Marcattilii. Nel salone delle feste nella monumentale residenza di campagna sono stati affrontati i principali temi che legano strettamente la produzione di macchine alla ricerca in agricoltura come motore dell’innovazione, elemento essenziale per la competitività nel contesto mondiale, di meccanica e prodotti agricoli.
"Operiamo in un quadro molto complesso. Nel corso del 2024 le dinamiche di mercato sono state condizionate da variabili economiche, in special modo il rallentamento della crescita globale e la bassa redditività dell’agricoltura – ha detto la presidente di FederUnacoma, Mariateresa Maschio –, ma anche dalle perduranti tensioni geopolitiche". Prandini ha insistito sull’importanza dell’innovazione come forza attrattiva nei confronti dei giovani, mentre Fini ha posto l’attenzione sui problemi posti dal cambiamento climatico. Gherardi ha richiamato il tema della carenza di manodopera e dei costi dei macchinari come limite alla redditività in agricoltura. L’approdo dei prodotti tipici sulla tavola della grande ristorazione italiana è stato raccontato con il ricorso a tanti aneddoti e ricordi personali da Marcattilii, lo chef del San Domenico.