Felicori tifa per il Terzo polo "Ma in giunta resto leale"

L’assessore regionale: "Però Calenda doveva fare un asse con Renzi prima di trattare con Letta. Io candidato? Se me lo chiederanno ci penserò"

di Rosalba

Carbutti

"Se Calenda avrà l’umiltà di cercare Renzi e se Matteo avrà la saggezza di tendergli la mano, avremo un finale perfetto di un percorso imbarazzante". Sintetizza così "l’occasione straordinaria" (per dirla alla Renzi) di far nascere il Terzo polo, Mauro Felicori. Consigliere e assessore regionale alla Cultura della giunta Bonaccini, iscritto a Italia Viva, non ha mai risparmiato critiche al Pd, né nascosto la sua delusione dopo l’accordo (poi stracciato) tra i dem e Azione.

Rinasce il Terzo polo. Un’occasione straordinaria come dice Renzi?

"Sì. Siamo noi la componente riformista. Il Pd è un partito conservatore e dall’altra parte c’è una destra che ancora deve chiudere i conti con l’atlantismo, l’europeismo e la storia italiana".

C’è spazio al centro?

"Non chiamiamolo centro, perché quando se ne parla si allude al moderatismo. Il riformismo è, invece, rivoluzionario. Ho sempre auspicato, come succede in tutta Europa, che si formassero tre grandi forze: socialisti, popolari e liberali. Gli elettori devono poter scegliere fra queste grandi opzioni. Non invoco la purezza a tutti i costi, tocca poi alla politica fare accordi, trovare compromessi...".

L’accordo Letta-Calenda è naufragato subito...

"Calenda avrebbe dovuto costruire il Terzo polo con Renzi e poi andare a trattare con Letta. A quel punto avrebbe potuto stringere un accordo elettorale e perfino aprirsi all’estrema sinistra. Ma prima era fondamentale costituire un polo forte riformista, così da non sbilanciare l’alleanza sull’estrema sinistra". Il campo largo che voleva fare Letta, in realtà, in Emilia-Romagna c’è già (senza M5s). E lei ne fa parte.

"In Regione Stefano Bonaccini c’è riuscito perché il Pd qui da noi è un partito molto grande, molto più grande che in Italia. E, infatti, la coalizione larga sta funzionando".

Bonaccini ha incluso Renzi, Letta no...

"Già. Letta non ha mai tentato di includere Italia Viva. Come ho già detto c’è in atto una conventio ad excludendum".

Non vede contraddizioni nell’aderire a un eventuale Terzo polo, avversario del Pd, e far parte della giunta regionale?

"Non vedo contraddizioni. La mia collocazione in una maggioranza o in una giunta impone lealtà".

Lei però ha più volte attaccato il Pd...

"Mi pare che si stia creando una strana idea di che cosa sia una coalizione. Aderire a una coalizione non significa che tutti la dobbiamo pensare come il Pd. Sempre che il Pd la pensi, poi, allo stesso modo...Mi pare che ci sia una dialettica interna".

Anche a Bologna la maggioranza di Lepore è ampia...

"Beh sotto le Due Torri l’alleanza è spostata decisamente a sinistra. Non mi pare che a Bologna le forze riformiste abbiano un peso significativo. Ora poi che l’ex M5s Bugani è passato ad Articolo 1 a maggior ragione".

Vedendo lo schema di alleanze di Letta, diciamo che Lepore ha anticipato i tempi...

"Più che altro ha fatto ciò che Letta ha cercato di evitare...".

Il suo nome, già prima dell’idea del Terzo polo, circolava come possibile candidatura in Parlamento con Iv. Vero?

"Intanto, alle elezioni si viene candidati, non ci si auto-candida. Al momento ho due lavori, quello dell’assessore e del consigliere regionale, non ho alcuna ambizione a correre".

E se un eventuale Terzo polo la candidasse?

"Siamo ancora indietro. Ma è probabile che se me lo chiederanno ci penserò".

Crede che, invece, Stefano Bonaccini dopo le Politiche possa ambire alla leadership del Pd?

"Non credo ambisca o stia agendo in questa direzione. Ma per come lo conosco, se sarà necessario, potrà mettersi al servizio del partito. Viene dal Pci, dove il senso del dovere è sempre stato molto pronunciato...".

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