di Benedetta Cucci
Nel concetto di sperimentazione tra archivio e luogo espositivo sta il manifesto della Fondazione Cirulli, creata dai collezionisti Massimo e Sonia Cirulli nel 2015 nello spazio firmato Castiglioni che fu di Dino Gavina in via Emilia 275, per valorizzare la cultura visiva del Novecento. E proprio in nome di questo concetto nascono due mostre che saranno aperte al pubblico con speciali visite guidate oggi e il 6 marzo alle 16,30. ’Federico Fellini e Erberto Carboni. Magici cantastorie del cinema e della televisione’ è la prima, seguita poi da ’Think different! Da Olivetti a Fiorucci passando per Dino Gavina: il nuovo modo di intendere lo ’store’. Info e prenotazioni 051 6288300 oppure info@fondazionecirulli.org
Massimo Cirulli, dal vostro archivio escono continuamente nuovi capitoli d’arte e storia del costume: cosa si vedrà nella mostra che mette a confronto il regista romagnolo e l’architetto e designer emiliano?
"Fellini è stato regista, sceneggiatore, scrittore e con il suo scenografo Danilo Donati ha realizzato i disegni progettuali di tre capolavori, Satyricon, Amarcord e Casanova. Felllini suggeriva, Donati disegnava. Il grande maestro si muoveva nella multi-disciplinarietà, e mi piaceva questo confronto con Carboni che è stato architetto, designer, pubblicitario e allestitore di architetture espositive. Personaggi rari oggi, con questa capacità di coniugare arti così differenti tra di loro".
Cosa vedremo di Fellini?
"Sono esposti i disegni progettuali di grande formato, quindi un metro per settanta, fatti dallo scenografo Danilo Donati a quattro mani con Fellini. E la cosa meravigliosa è che sono come storyboard di tre film, appunto Satyricon, Amarcord e Casanova. Solitamente del Maestro vengono presentati i suoi disegni onirici e fantasiosi che sono una prima idea di un film, ma qui siamo davanti a disegni coloratissimi a pastello e cera in cui si vede l’esattezza della suggestione di Fellini".
Ad esempio?
"In mostra c’è il disegno originale della scena del transatlantico Rex che si avvicina in Amarcord. Notavo che è identica alla nave ricostruita nei famosi studi di Cinecittà, dove Fellini realizzava i suoi film. Oppure: la scia d’acqua che si alza dalla prua sembra prendere vita in quel disegno immaginato e fatto a quattro mani proprio come nel girato. E sempre tra i disegni di Amarcord c’è la stanza, il tinello, i costumi dell’epoca del Ventennio, e Gradisca disegnata come doveva essere dal vero".
Carboni come lo raccontate?
"Nella nostra fondazione Carboni è rappresentato con un nucleo di progetti esecutivi per lo storyboard Rai 1948-1952, quindi i primi anni della nascita della televisione che sono davvero rappresentativi di un’epoca attraverso cose che ormai non si immaginano più: la pubblicità per la rappresentazione in tv – che era a un solo canale – di balletto classico, di teatro o opera, che raccontano di una modalità dell’acculturarsi degli italiani così differente. Un mondo oggi impossibile".
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro