Si rompe l’anca a 92 anni sotto le bombe in Ucraina: la figlia la salva e la porta a Bologna

Svetlana Fesenko e la madre arrivate dopo un pericoloso viaggio. L’anziana è stata operata al Maggiore e tra pochi giorni sarà dimessa

L'anziana curata in foto con i medici e gli infermieri

L'anziana curata in foto con i medici e gli infermieri

Bologna, 26 gennaio 2023 – A 92 anni è rimasta per mesi con un’anca fratturata dopo una caduta per sfuggire ai bombardamenti russi sulla cittadina dove vive, a un centinaio di chilometri da Kiev, in Ucraina.

Approfondisci:

Bologna, bimba malata di cuore dalla Grecia al Sant’Orsola: "Già iniziate le terapie"

Bologna, bimba malata di cuore dalla Grecia al Sant’Orsola: "Già iniziate le terapie"

Un viaggio pericolosissimo per uscire dal Paese e l’arrivo a Bologna, dove la figlia Svetlana Fesenko, 61 anni, lavora da anni. E’ proprio Svetlana a raccontare la storia, a lieto fine, della mamma (nella foto con i medici e gli infermieri) che è stata operata al Maggiore e tra pochi giorni sarà dimessa.

Leggi anche Bimba di 6 anni curata dal tumore che le impediva di crescere

"La mia mamma abitava a circa 120 chilometri dalla capitale Kiev: ha 92 anni anni ma è sempre voluta restare nella sua casa nonostante la guerra. Spostare un anziano dalla sua terra è sempre molto difficile anche se c’è la guerra – dice Svetlana –. Pensi che non è voluta andare nemmeno ad abitare con mio fratello che abita a 160 chilometri dalla città di mamma: non ha abbandonato la sua casa nonostante le bombe. E’ stato proprio durante un bombardamento che lei e i vicini sono scappati nelle cantine che funzionano come rifugio e lei è caduta. I problemi sono iniziati lì e nessuno è riuscito a portare in ospedale perché è distrutto".

La donna prosegue: "Quando la sentivo avvertivo che non stava bene, lei mi diceva che aveva forti dolori, non riusciva quasi a camminare. Io ero disperata perché non sapevo come aiutarla e lei non voleva venire via. Arrivare nella sua cittadina è difficilissimo perché molte strade sono distrutte. Allo stesso tempo dovevo trovare un modo per farla uscire perché anche le medicine non si trovano più oppure sono pochissime. Poi – continua – ho deciso di rischiare il tutto per tutto: non potevo più lasciarla là in quelle condizioni. E sono partita in macchina fino ai confini con l’Ucraina da lì sono arrivata con il pullman fino a Kiev. Intanto alcuni vicini, c’è sempre tanta solidarietà tra di noi, sono riusciti a portare la mamma a Kiev da me: ho subito prenotato il viaggio di ritorno, sempre con il pullman e, dopo un viaggio di 36 ore, siamo arrivate a Bologna". Il tempo di fare la documentazione come rifugiata e Svetlana ha portato la madre al Pronto soccorso del Maggiore dove le è stata diagnosticata la frattura. La novantenne è stata operata e tra poco uscirà dall’ospedale: "Finalmente senza più dolore e riuscendo a camminare, anche se dovrà fare riabilitazione. Non ho parole per ringraziare il personale del Maggiore: senza il loro aiuto non so come sarebbe finita", dice con commozione Svetlana.

L’operazione dell’anziana non è stata cosa semplice, come spiega Domenico Tigani, direttore dell’Unità operativa complessa di Ortopedia e traumatologia del Maggiore, non solo per l’età della donna ma soprattutto perché si trattava di una frattura vecchia di mesi: "Non c’è stato solo il livello ortopedico trovandoci di fronte a una frattura inveterata, ma c’era anche la situazione generale della paziente determinata dall’età. E’ stato necessario un lavoro di équipe con anestesisti e, in questo caso, anche ematologi a determinare il successo dell’intervento. Solo una collaborazione con più specialisti fa sì che si possa rimettere in piedi una donna così anziana e con problema complesso proprio perché arrivata da noi molti mesi dopo la frattura".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro