FRANCESCO MORONI
Cronaca

"Fermate il governo di Israele". Un’altra bandiera in Comune. Esposto un drappo pro Gaza

Nuova iniziativa sulla facciata di Palazzo d’Accursio, che richiama la marcia a Monte Sole il 15 giugno. Nessun commento della Comunità ebraica, dopo le polemiche di un anno fa sul vessillo della Palestina.

Lo striscione su Palazzo d’Accursio

Lo striscione su Palazzo d’Accursio

Prima era arrivata la bandiera della Palestina, appesa esattamente un anno fa dai finestroni di Palazzo d’Accursio, accanto allo striscione con scritto "Cessate il fuoco". Poi a inizio anno si erano aggiunte quella di Israele e quella della Pace, per tentare di mediare un dibattito sul conflitto in Medio Oriente che, anche sotto le Torri, negli ultimi mesi è rimasto infuocato. Infine, tra gennaio e febbraio, i drappi erano spariti, fatta eccezione per quello arcobaleno, rimasto a campeggiare sulla facciata del palazzo comunale. Ieri è arrivato l’ultimo tassello: sotto la Torre dell’Orologio ora svetta uno striscione con scritto "Fermate il governo di Israele. Save Gaza".

Il Comune prende nuovamente posizione, insomma, mentre non arrivano dichiarazioni né commenti da parte della Comunità ebraica presieduta da Daniele De Paz. Lo striscione recita lo stesso slogan della grande marcia nazionale organizzata per domenica 15 giugno da Marzabotto a Monte Sole, evento che aveva già creato il gelo tra l’amministrazione e gli ebrei bolognesi. In particolare per la scelta di organizzare il corteo nei luoghi dell’eccidio nazifascista del ‘44 e per l’utilizzo della parola "genocidio" in diverse occasioni.

"La scelta di esporre lo striscione arriva dopo la decisione del Comune di interrompere le relazioni con il governo di Israele e vuole ribadire la richiesta alla comunità internazionale di intervenire per porre fine alle violenze a Gaza – spiegano dall’amministrazione –. L’obiettivo è chiedere al Governo di agire con tutti gli strumenti politici, diplomatici ed economici per porre fine della violenza, di far tacere le armi e di fermare la deportazione nella Striscia di Gaza, di garantire assistenza alla popolazione civile e di riconoscere lo Stato di Palestina".

Francesco Moroni