Ferrario: "La comicità è senza limiti"

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‘Il dittatore sanitario’ è il nuovo spettacolo dello stand up comedian Edoardo Ferrario. Classe ’87, laurea in Giurisprudenza, ma "per fortuna non ho fatto l’avvocato, avrei mandato in prigione un sacco di gente", dice. La televisione per Ferrario è arrivata 10 anni fa, grazie a Sabina Guzzanti, poi Radio 2, lo show su Netflix (primo italiano ad averlo), un libro e il podcast Cachemire con Luca Ravenna. Domani alle 21 sarà al BOtanique (ai giardini di via Filippo Re).

Chi è il dittatore sanitario?

"È dentro di noi, non parlo della pandemia perché è un problema che abbiamo già dimenticato. Racconto quanto io sia cambiato e spero che il pubblico si riconosca nelle mie parole".

Quali sono i problemi di oggi?

"Economici, innanzitutto. C’è incertezza sul futuro e sembra che si sfoghi con un’ossessione per i social, un attivismo più online che reale. Le distrazioni che non fanno pensare ai problemi concreti mi fanno paura".

Parliamo del ‘lato oscuro’, tutti i comici ne hanno uno. E lei?

"Lo hanno anche gli idraulici e gli ingegneri, per noi l’asticella è molto più alta. Se vedi un comico in autogrill deve farti una battuta, magari è in vacanza e vuole fare tutto tranne che far ridere. Ma è anche il bello del mestiere: il comico è molto amato, fa sentire bene le persone e ha un rischio più alto di deluderle".

È vero che non si può più dire niente? I comici hanno limiti?

"Lo dice chi non vuole stare al passo con i tempi. L’idea conta molto più del linguaggio e la puoi declinare in mille modi. La comicità non deve avere limiti: prende in giro il potere, non i più deboli".

Progetti futuri?

"In autunno andrà in onda su Prime Prova prova sa sa, con Frank Matano, Maccio Capatonda, Aurora Leone e Maria Di Biase. Poi sto lavorando al mio primo film, con Nicola Guaglianone".

Amalia Apicella

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