Bologna, 11 marzo 2025 – Caso Davide Ferrerio, la sentenza della Corte d’appello: Anna Perugino, considerata la ‘mandante’ della spedizione punitiva contro il ragazzo, è stata condannata oggi a 12 anni per concorso in tentato omicidio. Condannato a cinque anni anche il suo compagno Andrej Gaju, sempre per concorso in tentato omicidio. Una condanna più pesante rispetto a quella inflitta in primo grado dal Tribunale di Crotone che aveva derubricato l'accusa in concorso anomalo in lesioni gravissime infliggendo una pena di 8 anni. Condannato a 5 anni anche il compagno della donna Andrej Gaju, di 37 anni, accusato dello stesso reato, che in primo grado era stato assolto.

La famiglia
«Finalmente un giudice a Catanzaro ha dato giustizia ad una famiglia distrutta dal dolore», ha detto dopo la sentenza Fabrizio Gallo, avvocato dei Ferrerio insieme con l’avvocato Gabriele Bordoni. Davide è in coma irreversibile dal giorno del pestaggio. Sopravvive attaccato alle macchine in ospedale. "Viviamo una tragedia. Ogni giorno – aveva detto la mamma di Davide, Giusy Orlando, al Carlino -. La Corte ha ritenuto Nicolò Passalacqua un assassino. E lui non ha mai nemmeno mostrato pentimento. Merita non uno, ma dieci ergastoli. Purtroppo, non avrà mai una condanna simile perché mio figlio ha un cuore forte”.
I gradi di giudizio e le diverse accuse
Anna Perugino in primo grado era stata condannata a 8 anni per concorso in lesioni personali gravissime, mentre il suo compagno, Andrej Gaju, era stato assolto dalla stessa accusa. I due erano inizialmente accusati di concorso anomalo in tentato omicidio, capo però appunto poi riformulato con uno più lieve (era partito come concorso in tentato omicidio e riqualificato in lesioni, a Crotone). La difesa aveva parlato, dopo il primo grado, di "sentenza errata e ingiusta" riguardo Anna Perugino, che "conosceva Passalacqua, la sua indole violenta e la sua capacità aggressiva, tanto che lo coinvolse apposta in quella scellerata spedizione punitiva".
A metà febbraio, l’appello a Catanzaro: il procuratore generale aveva chiesto 12 anni per Anna Perugino e 4 anni e 4 mesi per Gaju. E c’era stato il rinvio a oggi, 11 marzo, per le repliche.
Ad aggredire Davide fu Nicolò Passalacqua, di 25 anni, per il quale, con la pronuncia della Cassazione del 26 febbraio scorso, è diventata definitiva la condanna a 12 anni e 8 mesi di reclusione inflitta dalla Corte d'appello per il tentato omicidio di Ferrerio.
I fatti e ‘la trappola’
Il giovane bolognese fu massacrato a 22 anni per un tragico scambio di persona mentre era in vacanza a Crotone nell’agosto 2022. Davide fu colpito dal 24enne Nicolò Passalacqua (giudicato in un processo a parte e condannato a luglio in Appello a 12 anni e otto mesi per tentato omicidio) che lo aveva scambiato per colui che corteggiava sotto falso nome sui social la ragazza all’epoca minorenne di cui era innamorato, Martina Perugino, la figlia di Anna. Per l’accusa, l’idea della “spedizione punitiva“ ai danni del corteggiatore fu appunto della madre della ragazza.
Anna Perugino, quel 11 agosto del 2022, infatti, aveva organizzato una spedizione per scoprire chi fosse l'uomo che si nascondeva dietro un profilo social attraverso il quale faceva la corte alla figlia Martina. Così, insieme al compagno Andrej Gaju, ad alcuni suoi parenti ed a Nicolò Passalacqua, si era recata davanti al Tribunale dove aveva dato appuntamento al misterioso corteggiatore. L'uomo, che le indagini hanno rivelato essere un 34enne di Petilia Policastro, si era recato all'appuntamento ma, dopo aver incrociato il gruppo della Perugino, ha fiutato la trappola e si è defilato. Quindi, dopo aver raggiunto l'auto, aveva inviato un messaggio alla ragazza nel quale diceva di avere «una camicia bianca» per depistare ulteriormente le attenzioni.
La tragedia
Subito dopo quel messaggio è avvenuta la tragedia. In quel momento in via Veneto passava Davide Ferrerio. Il giovane bolognese, estraneo alla vicenda, stava andando a mangiare una pizza con degli amici. Indossava proprio una camicia bianca. Passalacqua lo ha visto, lo ha puntato e senza dargli il tempo di spiegare lo ha aggredito con un pugno che lo ha fatto cadere violentemente a terra. Per la vicenda era stata processata anche Martina Perugino, che nel 2022 era 17enne, per la quale il Tribunale dei Minorenni di Catanzaro aveva disposto la messa in prova per due anni. Per il 34enne, per il quale era stato disposto il non luogo a procedere, si attende la decisione della Cassazione dopo che la sentenza di proscioglimento è stata impugnata dalla famiglia Ferrerio.