Sollevare la città dalla sofferenza. È la grazia che il cardinale Matteo Zuppi chiede a San Petronio nel giorno in cui Bologna festeggia il suo patrono. L’arcivescovo non chiede al santo di cancellare tutto con un colpo di bacchetta magica, ma di operare una conversione dei cuori per costruire una comunità dove ognuno possa valorizzare se stesso.
"Oggi le urgenze sono tante – spiega l’arcivescovo – dalla povertà alla casa, alle difficoltà che ci sono anche dentro la casa: dalla solitudine, alle relazioni spesso solo di facciata. Possiamo risolvere queste sofferenze se ci pensiamo insieme e se non cediamo all’individualismo. Non possiamo continuare a vedere la nostra comunità come tanti frammenti messi insieme, ma dobbiamo pensarla un corpo unico dove vivere in comunione. Gesù ci indica la strada: dobbiamo pensarci. "Fratelli Tutti come ci invita sempre a fare papa Francesco". L’accoglienza è il secondo tema toccato dal porporato dal pulpito della Basilica intitolata a San Petronio.
"La forza di Bologna è sempre stata la sua accoglienza, una qualità che non deve mai invecchiare, ma sempre rigenerarsi, e per tenerla viva serve l’impegno di tutti. Perché non è solo un nostro desiderio che qui si sentano tutti a casa, ma è solo così che la città cresce e si migliora. Negli anni aumentano le diversità e questo qualche volta ci inquieta, tanto che facciamo fatica a volte a capire dove viviamo, ma è ciò che ci unisce che ci migliora". Un cambio di passo di cui anche Bologna ha bisogno per non lasciare indietro nessuno.
"Ci sono e ferite aperte come la povertà, l’abbandono scolastico, chi non trova casa anche se ha un lavoro, o un posto dove dormire e studiare. Ed è nella capacità di dare una risposta a questi problemi che si misura l’accoglienza. Dobbiamo prendere ad esempio San Petronio che viene sempre raffigurato mentre solleva la città e in questo dobbiamo aiutarlo passando dall’io al noi. Sollevarla – ha osservato – perché tante volte si immiserisce, la troviamo così abbattuta, segnata per esempio da episodi di violenza che impauriscono e lasciano sconcertati". Ieri mattina Papa Francesco ha aperto il sinodo sulla sinodalità. "Non possiamo non ricordare – ha concluso Zuppi – monsignor Luigi Bettazzi, l’ultimo padre italiano del concilio a salutarci e che ha svolto una grande opera qui a Bologna prima di diventare vescovo di Ivrea". Alla funzione e alla successiva processione ha preso parte anche il sindaco Matteo Lepore.