FI preme sul Codice rosso E Bernini chiama gli indecisi

Le donne azzurre chiedono di implementare la normativa: "Troppe violenze. A Bologna una coltre di silenzio". La deputata Polidori: "Farà proposta di legge"

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"Va implementata la normativa del Codice Rosso". Lo richiedono a gran voce le donne di Forza Italia, collegate ieri online per fare il punto dopo gli ultimi episodi di violenza sessuale in città e il tragico femminicidio di Alessandra Matteuzzi. Il coordinamento Azzurro donna dell’Emilia-Romagna critica l’amministrazione, perché qui "c’è una coltre di silenzio e manca la volontà di affrontare il tema come si dovrebbe", le parole della coordinatrice regionale Erika Seta. Interviene anche la capogruppo dei senatori Anna Maria Bernini, che insiste: "Il Codice rosso può essere solo l’inizio di un percorso e non c’è nulla di più inutile di un eccesso di burocrazia che limiti l’efficiacia di una formula". E proprio per mettere in atto le ricette di Forza Italia, Bernini carica le truppe in vista del 25 settembre: "Ogni voto è utile, ma ad oggi c’è ancora uno zoccolo duro di persone che non hanno deciso se votare o meno e noi le dobbiamo smuovere, perché queste sono elezioni importanti e dobbiamo spiegare a tutte le persone con cui entreremo in contatto che il 26 settembre sarà troppo tardi". Il timore di Bernini è l’astensionismo: "Sono sinceramente preoccupata per questa percentuale ancora permane. Stiamo tutti cercando di trasferire un messaggio di serietà, competenza e professionalità per dire che ce la dobbiamo e possiamo fare, ma se non si avverte fino in fondo l’importanza di questo voto – avverte la senatrice – rischiamo di ritrovarci delusi e con numeri che non ci renderanno possibile l’applicazione del nostro programma".

In cima alle intenzioni delle donne azzurre, in seguito all’escalation di violenze anche nella nostra città, ci sono "misure di prevenzione e assistenza e supporto delle vittime di tali reati in tutto il territorio nazionale".

In prima linea la deputata uscente Catia Polidori, coordinatrice nazionale di Azzurro donna, che ricorda come il provvedimento adottato dal Tribunale di Vicenza, che assegna una via preferenziale ai casi di violenza di genere, corrisponde ad una proposta lanciata un paio di anni fa proprio da Azzurro donna a Bologna. Da qui, la promessa: "Faremo di tutto perché diventi una legge nazionale", afferma Polidori, intenzionata a depositare una proposta in Parlamento nonostante il voto imminente: "Non so se abbiamo i tempi, ma vorrei farlo per lasciarne memoria in modo da poter riprendere la legge e portarla alla fine nella prossima legislatura". Da Roma a Bologna, la richiesta è fare presto.

"L’amministrazione comunale dice che Bologna è la città più progressista d’Italia eppure si riscontra un gravissimo problema di sottovalutazione", sostiene la candidata Annamaria Cesari, ma "noi donne di scarpette e panchine rosse sui social non ce ne facciamo niente". Nella nostra città "tutte noi sappiamo di non poter girare con tranquillità la sera", ricorda Costanza Bendinelli, anche lei candidata alle Politiche e coordinatrice provinciale di Azzurro donna, invocando una "rieducazione collettiva". Bo Guerreschi, fondatrice dell’associazione ‘Bon’t worry’, punta la lente sull’aumento "spasmodico dei procedimenti giudiziari che finiscono con un’archiviazione: spesso i fascicoli sono vuoti, le Forze dell’ordine possono lavorare solo dietro delega di un magistrato ma il problema è che se il magistrato questa delega non la emette, le Forze dell’ordine restano bloccate". In particolare sul tema dei reati commessi in ambito digitale, poi, c’è "un’ignoranza imbarazzante tanto nella magistratura quanto nell’avvocatura. Servono – dice la legale Laura Lecchi – corsi formativi ad hoc per creare profili professionali adeguati".

ros. carb.

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