MANUELA VALENTINI
Cronaca

Fiabe senza innocenza. Così l’arte si fa resistente

Ericailcane e Infinite danno vita a ’È un privilegio morir d’amor (Bronze Cuerte)’. In mostra da domani allo Squadro le storie di chi ha resistito al potere.

I protagonisti sono animali, spesso volpi: solitarie e mai del tutto addomesticate

I protagonisti sono animali, spesso volpi: solitarie e mai del tutto addomesticate

Un disegno in bianco e nero con una carica politica inaspettata, restituita attraverso un immaginario animale e favolistico che non conosce innocenza. È in questo spazio ibrido che si colloca ’É un privilegio morir d’amor (Bronze Cuerte)’, la mostra di Ericailcane e Infinite che inaugura domani alle 19.30 alla galleria Squadro (via N. Sauro 27b), in occasione del trentennale dello spazio. Il progetto, realizzato a quattro mani, indaga il tema del tirannicidio anarchico a partire dal racconto delle vite di quattro figure storiche – Sante Caserio, Gaetano Bresci, Michele Schirrù e Severino Di Giovanni – come simboli di ribellione al potere. Ogni episodio prende forma su grandi carte, nelle quali i protagonisti sono trasformati in volpi: animali solitari, intelligenti e mai del tutto addomesticabili. La favola qui si rovescia nel tragico, assumendo toni che evocano più Kafka che Esopo. Il tratto inconfondibile di Ericailcane – al secolo Leonardo, classe 1980 – costruisce un immaginario in cui la zoologia si fa strumento politico. Dagli esordi nei centri sociali bolognesi fino ai murales realizzati in Palestina e Colombia, l’enigmatico artista ha sviluppato una poetica che attraversa disegno, animazione e installazione, trattando temi sociali e ambientali con occhio critico. Invece, Infinite è un artista italiano nato nei primi anni Novanta che proviene dagli ambienti underground e che condivide con Ericailcane un approccio fortemente politico. La sua ricerca, poliedrica ed espressa per mezzo di media diversi, è caratterizzata da uno sguardo acuto nei confronti delle dinamiche del potere e da un notevole radicamento alla realtà.

Tra le opere in mostra, si distingue una grande tela che raffigura degli animali che danzano attorno a una casetta nel bosco: un riferimento alla dimora di Ted Kaczynski, terrorista e anarchico statunitense anche noto come “Unabomber”. L’immagine, apparentemente idilliaca, assume connotazioni inquietanti se letta nel contesto più ampio della mostra, la cui intenzione non è celebrare o assolvere, ma indurre il visitatore a riflettere sulla violenza, la libertà e la disobbedienza. Infine, con ’É un privilegio morir d’amor (Bronze Cuerte)’, Ericailcane e Infinite costruiscono un archivio visivo della memoria anarchica, restituendo a quei nomi, spesso condannati all’oblio, uno spazio di risonanza poetica e politica. Il racconto degli artisti non parla di eroi, ma di individui. E nella selva di volpi, ciascuna con la propria storia e la propria tragedia, riaffiora l’idea che l’arte possa ancora essere un atto di resistenza. La mostra resterà aperta fino al 19 luglio.

Manuela Valentini