Fiac Bologna, scatta lo sciopero. E la multinazionale blocca il trasferimento

Il 3 giugno incontro in Regione. A rischio 200 lavoratori a Pontecchio, sede principale della storica azienda produttrice di compressori da aria compressa

Sciopero alla Fiac di Sasso Marconi

Sciopero alla Fiac di Sasso Marconi

Bologna, 26 maggio 2020 - Sciopero immediato, blocco della produzione e trattativa ad oltranza da ieri mattina alla Fiac di Sasso Marconi, sede principale della storica azienda produttrice di compressori da aria compressa, per l’annuncio a sorpresa della multinazionale svedese Atlas Copco dell’intenzione di trasferire tutte le attività produttive dallo stabilimento di Pontecchio a quello torinese di Atlas Copco Italia di Venaria Reale.

A rischio il posto di lavoro di circa 200 lavoratori, impiegati direttamente e indirettamente nell’impresa fondata nel 1977 da Romano Lucchi. Dopo la mobilitazione è arrivata la decisione della multinazionale svedese: stop al trasferimento. 

Dopo una giornata di lotta, la direzione della Fiac ha formalizzato il ritiro della procedura di trasferimento collettivo inviata in tarda mattinata tramite PEC alle Organizzazioni Sindacali, si legge in una nota dei sindacati. "Sicuramente è stato merito della straordinaria determinazione di tutti i lavoratori, ma anche dell’intervento delle Istituzioni locali. Al presidio dei lavoratori sono intervenuti – anche svolgendo un ruolo di mediazione con l’Azienda – i sindaci di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani e Marzabotto Valentina Cuppi, e hanno risposto all’appello della FIOM e dei lavoratori anche gli assessori al lavoro del Comune di Bologna Marco Lombardo e alle attività produttive della Regione Emilia Romagna Vincenzo Colla, che ha convocato un incontro in Regione il prossimo 3 giugno - si legge nella nota -. Sarà una lotta lunga e complessa. Sicuramente la multinazionale non ha cambiato idea e il mandato chiaro dell’assemblea dei lavoratori della Fiac è che va cambiato il piano dell’Azienda, discutendo di come mantenere e rilanciare il sito produttivo di Pontecchio, salvaguardando tutti i posti di lavoro. E’ stato molto importante che tutti i lavoratori, a tempo indeterminato, somministrati, addetti alla logistica, operai e impiegati hanno votato all’unanimità il mandato alla delegazione sindacale, proclamando un pacchetto di ore di sciopero a sostegno della vertenza, per portare all’incontro in Regione la necessità di discutere di come rilanciare l’Azienda e non di come chiuderla. Da domani mattina cominciano gli scioperi articolati e sarà allestito un presidio davanti ai cancelli dell’Azienda". 

 

L'assessore regionale Colla: "proposta irricevibile"

"Un atto unilaterale inaccettabile, sia ritirata subito la procedura di trasferimento". Con le parole dell'assessore regionale a Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, la Regione Emilia-Romagna si era subito opposto alla decisione dell'azienda Fiac di spostare le attività dello stabilimento del bolognese a Torino, con la proposta di trasferire anche 150 lavoratori per mantenere i posti di lavoro.   "Una proposta irricevibile - dice Colla -. Abbiamo immediatamente convocato un tavolo urgente per il 3 giugno con l'azienda, Confindustria, le organizzazioni sindacali, il sindaco e la Città metropolitana di Bologna".

L'assessore Marco Lombardo: "La pandemia non sia un alibi"

"Siamo tutti consapevoli della forte difficoltà che il tessuto produttivo ed economico sta attraversando a causa del lockdown, ma evitiamo che la pandemia diventi un alibi per giustificare scelte aziendali che, in realtà, prescindono dal peggioramento economico della situazione attuale e costituiscono, di fatto, un modo per aggirare il divieto di licenziamento". Lo scrive su Facebook l'assessore al Lavoro del Comune di Bologna Marco Lombardo. "Chiedere ai lavoratori - aggiunge Lombardo - di trasferirsi in blocco a Torino per evitare il licenziamento è una forma di ricatto che contraddice le rassicurazioni che la società svedese Atlas Copco aveva dato, solo poco tempo fa, circa la strategicità dello stabilimento bolognese".

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