Fico chiude i battenti. Cancelli serrati da fine dicembre, risorgerà nell’aprile del 2024 e si chiamerà ‘Grand Tour Italia’. L’annuncio arriva dal patron di Eataly, Oscar Farinetti, che ha rivelato il futuro della cittadella del cibo ai microfoni di ‘Uno nessuno 100Milan’, parlando con Alessandro Milan, cui ha raccontato tutto il progetto molto dettagliato, ammettendo anche il suo fallimento: "Fra le cose che non mi sono venute propriamente bene, Fico è una di queste".
Con questo ‘coming out’, dichiarazione di una progettazione imperfetta da parte di chi col fiuto e l’intuito visionario ha cavalcato l’economia italiana, Farinetti ha pure offerto un nuovo volto dell’imprenditore che può sbagliare, perché "in genere gli imprenditori quando una cosa va male dicono ‘Non siamo stati compresi’, invece su questo progetto sono io che mi sono spiegato male" . Ad un certo punto Milan, aprendo gli ultimi dieci minuti di chiacchiere, annuncia: "Gran notizia mi ha dato prima Farinetti, chiudo Fico… Mi ha detto… Sì o no?". Tutto vero.
Con molta semplicità, anche se si parla del più grande parco agroalimentare del mondo che nel novembre del 2017 aprì in via Canali, vicino alla facoltà di Agraria, su 80mila metri quadrati con 40 fabbriche, 40 ristoranti, tantissime botteghe, il mercato, sei aule didattiche, sei giostre educative, un centro congressi, un cinema e un teatro e all’esterno oltre due ettari di terreno per coltivazioni e stalle, l’imprenditore di Alba – classe 1954 – inizia a raccontare la sua nuova visione per la ex Fabbrica Italiana Contadina, in futuro trasformata in un viaggio italiano gastronomico.
Sarà una specie di Italia del cibo in miniatura: "Rappresenterà il viaggio nell’Italia, nelle regioni. Si entrerà in Valle d’Aosta, si uscirà dalla Sicilia e dalla Sardegna – spiega Farinetti –. Racconteremo la biodiversità con le osterie che cambieranno tutti i mesi, nel mondo Slow Food, e verranno tutti i mesi a portare robe nuove da mangiare, grandi aree didattiche, le regioni italiane che porteranno il loro ‘folk’, cioè le loro manifestazioni locali… Sarà una cosa strepitosa e bellissima e Fico sarà più bello e più grande che prima".
Non la pensano allo stesso modo i politici delle forze d’opposizione, da cui è arrivata una pioggia di polemiche e commenti al riguardo. "Che Fico fosse un buco nell’acqua lo dicevamo sin da prima della sua realizzazione – sferzano Stefano Cavedagna, capogruppo in Comune di Fratelli d’Italia, e il collega Felice Caracciolo –. Si dimostra come la sinistra ha sempre cercato di fare impresa imponendo le proprie scelte ai cittadini. Il terreno, che ricordo essere del Caab, società controllata dal Comune, poteva e doveva essere valorizzato in altro modo".
"L’entusiasmo di Farinetti non è proprio contagioso, anche se forse questo è l’unico atteggiamento che lo stesso può assumere di fronte al fallimento di Fico", chiosa Francesca Scarano (Gruppo misto), mentre per Matteo Di Benedetto (Lega) "Lepore deve rendere conto ai bolognesi degli ‘asset’ e delle risorse pubbliche investiti in questo progetto, che sta provando a rianimare in ogni modo, e chiedere scusa". Ma l’affondo è bipartisan e arriva anche da Coalizione Civica: "Non sappiamo quale impatto sui lavoratori avrà questa nuova svolta di Fico, ai quali già da ora dichiariamo solidarietà – si legge in una nota –. Sappiamo però che il modello di società del futuro in cui noi crediamo non è quello che massimizza il profitto derivante dal turismo".
Il commento di Lepore
A margine del presidio alla Magneti Marelli di Crevalcore, il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha dichiarato: "Credo sia positivo che Farinetti voglia investire per rimettere in piedi un progetto", Fico, "che non funzionava ed era sotto gli occhi di tutti". Ma ora scopra nel dettaglio le sue carte sul futuro del parco, dice il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, "noi non conosciamo ancora il piano di rilancio se non titoli che Farinetti ha dato" per il post Fico, quindi "gli chiediamo di venire in Comune e in Città metropolitana per parlarne con noi e con i soci. Perché - puntualizza il primo cittadino - anche nel caso di Farinetti non basta annunciare; occorrono anche i fatti, e credo sia importante che presenti al territorio come intende riconvertire questa struttura". Insomma, riassume, "bene che lo voglia fare e bene che investa, ma dobbiamo farlo assieme e non a scatola a chiusa".