Fiera Bologna: i lavoratori part-time fanno causa contro il trasferimento

Una settantina di dipendenti dell'Expo sono stati trasferiti dal primo gennaio alla controllata Bf Servizi attraverso un'operazione di cessione di ramo d'azienda

Fiera di Bologna

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Bologna, 11 gennaoo 2021 - La resistenza dei lavoratori part-time della Fiera di Bologna si sposta dalle piazze alle aule del Tribunale. Una settantina dei 97 dipendenti dell'expo trasferiti dall'1 gennaio alla controllata Bf Servizi attraverso un'operazione di cessione di ramo d'azienda, ha impugnato il passaggio dalla capogruppo alla società che si occupa di allestimenti e organizzazione di eventi.

E' l'ultimo capitolo di uno scontro che va avanti da alcuni mesi, da quando, a settembre, tra lavoratori e azienda si sono riaperte le ostilita' con la disdetta unilaterale del contratto integrativo da parte della Fiera, alle prese con la crisi più pesante della sua storia a causa dell'emergenza covid, che ha quasi azzerato il calendario dell'expo provocando un buco da 40 milioni di euro.

"Da oggi partiranno le lettere individuali di impugnazione della procedura di trasferimento in Bf Servizi. I lavoratori fanno ricorso perche' non sono state rispettate le regole, a cominciare dalla mancata applicazione del protocollo di sito sottoscritto ad agosto in Citta' metropolitana, che garantisce il mantenimento dell'integrativo anche in caso di cessione di ramo d'azienda", spiega Sara Ciurlia della Fisascat-Cisl di Bologna nella conferenza stampa che si e' svolta stamani nel cortile di Palazzo D'Accursio dopo la commissione in cui si e' fatto il punto della situazione.

"Abbiamo assistito in questi anni a una serie di provvedimenti che hanno svuotato la Fiera della funzione pubblica, nella sua possibilita' di determinare un modello di lavoro che potesse illuminare il percorso anche di altri asset cittadini. Oggi ci troviamo costretti a impugnare legalmente il trasferimento di ramo d'azienda", aggiunge Fabio Perretta del'Usb.

"Siamo a un bivio: o ci sono le azioni legali o si torna ai tavoli. Noi abbiamo chiesto all'azienda di tornare sui propri passi applicando il protocollo di sito che era stato firmato pochi mesi prima della cessione. Abbiamo sottoscritto un patto con l'azienda e i soci pubblici. Quel patto deve essere rispettato: se non fanno rispettare i soci pubblici o se non lo rispetta l'azienda, noi siamo pronti a impugnare gli atti unilateriali della societa'", ammonisce Stefano Biosa della Filcams-Cgil.

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