
Bologna, 17 ottobre 2023 – Andrea non vede la sua bambina da nove anni. Lei, ora, di anni ne ha dodici. E da sette è scomparsa da tutti i radar, assieme a sua madre Carlotta M., bolognese di 39 anni. Nessuno pare sapere dove siano. La piccola non risulta iscritta in alcuna scuola italiana, né che lo sia mai stata; lei e la mamma non compaiono neppure nei registri di italiani all’estero in alcun Paese del mondo. È come se non esistessero.
Ma il papà, Andrea P., non si rassegna. E mentre è in fase di dibattimento un procedimento penale per sottrazione di minore nei confronti della ex compagna, che per la stessa accusa (ma si trattava di due procedimenti penali distinti, nati da due querele presentate una successivamente all’altra) è già stata condannata in via definitiva a un anno e mezzo nel 2018 dalla Corte d’appello di Milano, ora, assistito dal suo avvocato Valentina Marchesi, ha presentato una nuova querela nei confronti della donna per sottrazione internazionale di minore. Con l’obiettivo di coinvolgere anche l’Interpol, attivando più approfondite ricerche internazionali per ritrovare la sua bambina. Per poterla rivedere, ormai ragazzina.
I fatti
Tutto inizia nel 2012, quando i genitori della bimba, che in quel momento vivono a Milano, si separano. La piccola ha poco più di un anno. Il padre fa ricorso al tribunale dei minorenni per regolamentare l’affido e ottiene l’affido condiviso con collocamento prevalente della minore con la madre, ma ampia facoltà d’incontro col padre. Subito però iniziano i problemi. Carlotta difatti in più occasioni sparisce portando con sé la figlioletta. Così Andrea la querela, diverse volte nel giro di due mesi, e presenta infine ricorso al tribunale civile per chiedere l’affidamento esclusivo della bambina.
La madre però, nel frattempo, lo querela a sua volta per violenze e abusi, ottenendo l’affido esclusivo della figlia per la durata del processo contro il padre. Viene anche ospitata da una struttura protetta di Bologna. Le accuse nei confronti dell’ex però si rivelano infondate e Andrea viene prosciolto. Al contrario, sarà la stessa Carlotta, nel 2017, a venire condannata a un anno e quattro mesi per calunnia, pena ora definitiva. Il lasso di tempo tra le denunce e il proscioglimento dell’uomo, però, sono sufficienti affinché la donna riesca a fare perdere le proprie tracce. E, soprattutto, quelle della figlia. I suoi ultimi spostamenti noti, stando a quanto ricostruito dal padre, collocherebbero le due tra Bologna e Parma, ospiti di amici e parenti. Dal 2016 però, più nulla. Svanite nel nulla.
"Non mi troverai mai più, la bambina non la vedrai mai più – così lo minacciava Carlotta nel 2011, registrata durante una lite in auto –. Vedi cosa ti combino, mi costringi a farlo al di fuori della legge, ma non importa, io la porto dove non ci troverai mai, brutto schifoso, non hai le conoscenze, né il cervello, né i soldi per trovarci... Io parlo cinque lingue e mi mimetizzo, nessuno mi scopre più. Mi si strappa un pezzo di cuore per le persone che amo e che mi fai lasciare, ma amo più mi figlia e io a te non la faccio più vedere", la promessa. Attualmente, esiste pure un mandato di cattura per la trentanovenne.
Andrea però continua a non darsi pace. A chiedere a chiunque possa sapere qualcosa del destino di sua figlia di farsi avanti. Affiancato dal suo avvocato Marchesi, è pronto a dare battaglia finché non otterrà di riabbracciare la piccola, che da qualche parte sta diventando grande, lontana da lui.
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