
Una parata durante uno dei Pride degli ultimi anni a Bologna; nel cerchio, il sindaco Matteo Lepore (Schicchi)
Bologna, 22 maggio 2025 – Dopo la svolta sul riconoscimento di un figlio nato in Italia con pma (Procreazione Medicalmente Assistita) praticata all'estero, da parte di due mamme, arrivano le dichiarazione del sindaco Matteo Lepore, che sottolinea: “Orgoglioso che Bologna abbia fatto da apripista”. Con una decisione storica la Corte Costituzionale ha infatti stabilito che è incostituzionale vietare il riconoscimento da parte di entrambe le donne di una coppia omosessuale: per i giudici riconoscere come mamma solo la donna che ha partorito e non anche la ‘madre intenzionale’, che ha prestato il consenso alla pratica fecondativa, violerebbe gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.
Sentenza della Consulta su coppie omogenitoriali, le parole del sindaco Lepore
“La sentenza della Corte costituzionale sull’articolo 8 della legge 40 del 2004 rappresenta una pietra miliare nella storia del riconoscimento della parità di diritti di tutti i bambini e di tutte le bambine nel nostro Paese – puntualizza il primo cittadino –. Fino ad oggi alle coppie di donne era impedito quanto previsto per le coppie di sesso diverso che ricorrevano alla procreazione medicalmente assistita, ossia il riconoscimento alla nascita del genitore intenzionale, che avesse dato assenso alla pratica, al pari di quello biologico”.
La sentenza della Corte costituzionale ha anche ritenuto non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate sulla legge che non consente a una donna single di accedere alla procreazione medicalmente assistita: “Non è irragionevole né sproporzionata la legge che non consente alla donna single di accedere alla procreazione medicalmente assistita”. Per la Corte è nell'interesse dei futuri nati che il legislatore ha ritenuto “di non avallare un progetto genitoriale che conduce al concepimento di un figlio in un contesto che, almeno a priori, esclude la figura del padre”.
"Il Comune di Bologna già dal 2018 è intervenuto per sanare questa odiosa disparità di trattamento verso i figli di coppie omosessuali – prosegue Lepore –, riconoscendo alla nascita la seconda mamma, sfidando un’interpretazione di quella legge che oggi la Consulta dichiara contraria agli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione, perché lesiva di diritti dei bambini all’identità personale, alla certezza del proprio stato giuridico e a vedersi riconosciuti i diritti connessi alla responsabilità genitoriale di entrambi i genitori sin dalla nascita. Sono orgoglioso come sindaco che Bologna, assieme a Torino e a poche altre città, abbia fatto da apripista in questa battaglia di civiltà, portata avanti da un movimento di famiglie che reclama i pieni diritti per i propri figli. Nel tempo tante altre si sono aggiunte, fra cui diversi Comuni della nostra area metropolitana. In questi anni abbiamo registrato più di 120 bambine e bambini, sanando un’odiosa discriminazione e restituendo serenità a famiglie piene d’amore, ignorate e ostacolate dallo Stato a scapito della felicità di quei minori. Sono azioni come queste che rendono bella la politica e rendono il senso della buona amministrazione come servizio al benessere di un’intera comunità, senza esclusione alcuna”.
Coppie omogenitoriali e riconoscimento di un figlio nato in Italia e concepito all’estero, il Pd esulta
“È una giornata storica per il nostro Paese – commentano Alice Parma e Paolo Calvano, consiglieri regionale e vice e capo capogruppo del Partito Democratico –. Con questa decisione, viene affermato un principio di giustizia ed equità: i figli delle coppie omogenitoriali hanno diritto a vedere riconosciuti entrambi i genitori, senza discriminazioni”.
“Finalmente viene messo un punto fermo – proseguono i consiglieri –. Si riconosce il diritto dei bambini ad avere piena tutela giuridica, indipendentemente dal sesso dei genitori. È un riconoscimento che altri Paesi europei garantiscono da tempo, e che l’Italia non poteva più rimandare”.
“È evidente che la Corte Costituzionale sta colmando un vuoto lasciato dalla politica – aggiungono Parma e Calvano–. Ma oggi celebriamo una vittoria, e da domani continueremo a lavorare per una legislazione più coraggiosa e inclusiva. Le istituzioni devono essere all’altezza delle famiglie di oggi”.