Bologna, "Mio figlio prematuro, salvo grazie all'ospedale Maggiore"

Isabella Alghisi racconta gli oltre due mesi nella Terapia intensiva neonatale: "Mattia pesava 720 grammi, ora sta benissimo. Bologna la nostra seconda città"

Mattia, che adesso pesa 10 chili e 100 grammi, con i genitori Alessandro e Isabella

Mattia, che adesso pesa 10 chili e 100 grammi, con i genitori Alessandro e Isabella

Bologna, 11 agosto 2022 - Erano arrivati a Bologna da Brescia per salutare una coppia di amici che si doveva sposare, ma Mattia ha deciso di nascere in anticipo, di soli sei mesi. Così mamma Isabella è rimasta con lui nella Terapia intensiva neonatale del Maggiore per due mesi e venti giorni.

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Ci racconta che cosa è successo?

"Siamo arrivati a Bologna per salutare questi amici prossimi alle nozze, era il 31 luglio dello scorso anno. Siamo andati al ristorante per pranzare, sono andata in bagno ed ho visto che avevo perdite di sangue, cosa mai successa prima. Ero di circa sei mesi. Questi nostri amici ci hanno accompagnati al Pronto soccorso ginecologico del Maggiore", racconta Isabella Alghisi, 34 anni, impiegata.

Cosa le hanno detto?

"Mi hanno visitata e dato farmaci per calmare le contrazioni, poi ricoverata. Erano circa le 14. Mi hanno somministrato il farmaco per dodici ore ma il mattino dopo il sangue si è ripresentato. A quel punto mi hanno condotta in sala parto e in venti minuti Mattia è nato con un parto naturale: pesava 850 grammi poi con il calo fisiologico è arrivato a 720 grammi".

Qui è iniziato il vostro soggiorno a Bologna.

"Eh, si. Il bimbo era nel reparto di Terapia intensiva neonatale e io in una delle stanze a disposizione delle mamme che abitano lontano. Io tiravo il latte che veniva dato a Mattia ma dopo un mese, non riuscendo ad attaccarlo al seno, il latte se n’è andato e ci è venuta in aiuto la banca del latte".

Come ha passato tutto il tempo?

"Ero in maternità obbligatoria mentre mio marito Alessandro, che era dovuto rientrare a casa per il lavoro, arrivava il giovedì o il venerdì, avevamo affittato un piccolo appartamento. Poi rientravo nell’alloggio dell’ospedale quando lui ripartiva, la domenica".

Un grande sacrificio.

"Ma ci sono state tante cose belle. Una ragazza di Bologna, che aveva partorito anche lei un bimbo di sei mesi, mi ha fatto scoprire San Luca e la tradizione di fare un voto per ricevere una grazia. Siamo andate insieme a piedi al santuario e abbiamo acceso un cero per i nostri bambini".

Come sta adesso Mattia?

"Molto bene, ha avuto un recupero eccezionale. Sono stati tutti bravissimi nel reparto. Adesso pesa 10 chili e 100 grammi e quasi i medici e gli infermieri non lo riconoscono più".

Tornate spesso a Bologna?

"Ma certo. Con Mattia siamo usciti dall’ospedale il 20 ottobre, a Natale siamo ritornati per portare una cesta alla Terapia intensiva. A maggio siamo venuti ancora per il battesimo dell’altro bimbo nato prima del tempo. E siamo ripassati a salutare il personale del reparto il 31 luglio: eravamo stati al mare in Romagna e al ritorno ci siamo fermati al Maggiore. Abbiamo portato un quadretto con tutte le foto delle fasi di crescita di Mattia, da mettere assieme alle altre".

Un bellissimo messaggio di forza e speranza.

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