Bologna: figlio suicida, madre va a processo, il pm: "Stalking all'ex fidanzata"

Medicina: la donna aveva pedinato e chiamato 'assassina' la 37enne. La difesa: "Accuse infondate"

Medicina, 16 novembre 2022 - È accusata di stalking nei confronti della fidanzata del figlio, che il primo luglio 2018, ad appena vent’anni, morì suicida in una casa di accoglienza di Castel San Pietro. È quindi finita a processo una donna di 56 anni, residente a Medicina, accusata di avere perseguitato con minacce, insulti, pedinamenti e appostamenti, tra aprile e luglio dell’anno successivo alla morte del ragazzo, l’allora fidanzata di lui, una sua collega di 37 anni.

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A processo la madre del ventenne morto suicida (foto d’archivio)
A processo la madre del ventenne morto suicida (foto d’archivio)

Il ventenne infatti quella tragica sera fu trovato senza vita dalla stessa fidanzata, che qualche ora prima gli aveva scritto un messaggio per dirgli che non lo voleva più vedere per un periodo. Lui le aveva risposto che allora si sarebbe ucciso e la sera lei era andata a cercarlo preoccupata, e lo trovò impiccato.

Secondo l’accusa (pm Massimiliano Rossi) la madre del ragazzo in seguito avrebbe minacciato la trentasettenne, dandole dell’"assassina" e pedinandola sul luogo di lavoro (lo stesso appunto del figlio, un ristorante della provincia) e in un parco. Completamente diversa è però la ricostruzione della difesa della donna, rappresentata dall’avvocato Barbara Iannuccelli: "La mia assistita ripercorreva i luoghi del cuore del figlio: il ristorante in cui lavorava e il parco in cui si trovava con gli amici, dove questi ultimi avevano anche organizzato un piccolo evento in sua memoria, dopo il gesto estremo. Vive inseguendo il suo ricordo. Ma per caso, questi sono gli stessi posti frequentati anche dall’allora fidanzata. Alla prossima udienza, a febbraio, dimostreremo al giudice l’assoluta inconsistenza delle accuse". La trentasettenne non si è costi tuita parte civile.

"Mio figlio era un ragazzo tranquillo. Non aveva dei fantasmi", disse la madre al Carlino, lo scorso aprile alla notizia del rinvio a giudizio a seguito della denuncia per stalking. L’inchiesta aperta per la morte del giovane, era stata archiviata poco dopo, stabilendo che si fosse trattato di suicidio; non fu neppure disposta una autopsia sul suo corpo senza vita. Ai piedi del ventenne era stato rinvenuto un biglietto: "Chiedo scusa a tutti".

Ma in quella circostanza, la madre, che andò a ritirare gli effetti personali del figlio, trovò dei messaggi sul suo cellulare. L’ultima persona con cui il ragazzo aveva parlato era stata appunto la fidanzata di 37 anni, in uno scambio di messaggi drammatico in cui annunciava l’intenzione di farla finita. Ma che furono sottovalutati, forse scambiati per un disperato tentativo di un innamorato di cercare attenzione. "Se fossi stata avvertita in tempo mi sarei precipitata da lui – disse la mamma –. Ma quei messaggi sono stati ignorati. Chissà cosa stava passando mio figlio in quel momento".

f. o.

 

 

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