Bologna, finte coop per eludere il Fisco

Sequestri per 8,1 milioni. La capofila è una società di facchinaggio. Grazie alle agevolazioni di cui godevano, praticavano prezzi più bassi

Le sei coop erano intestate a prestanome

Le sei coop erano intestate a prestanome

Bologna, 15 febbraio 2019 - Il lavoro veniva svolto davvero, come da accordi. Peccato che a realizzarlo fossero lavoratori fintamente soci di sei cooperative di logistica e facchinaggio, che nei fatti erano invece alle dirette dipendenze della società capofila – la Platinum srl di Castel Maggiore – che si accaparrava le commesse e che sfruttava così illecitamente le agevolazioni di legge previste per il sistema cooperativo. A scoprire il presunto sistema truffaldino è stato il comando provinciale della Guardia di finanza diretto da Luca Cervi, che nei giorni scorsi ha eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e conti bancari chiesto dal pm Falvio Lazzarini e disposto dal gip Alberto Gamberini, per un totale di 8,1 milioni di euro.

L’operazione, nata da una verifica fiscale del 1° Nucleo operativo metropolitano delle fiamme gialle proprio sulla Platinum, ha portato a denunciare 17 persone – tra le quali l’ad della società, S. M., di 48 anni – a vario titolo indagate per i reati fiscali di utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione delle imposte, omesso versamento delle ritenute applicate ai lavoratori e truffa ai danni dello Stato.

Stando a quanto ricostruito dai finanzieri per il periodo 2012-2016, acquisendo anche le testimonianze di un campione di addetti, le sei coop, dislocate in varie zone del Bolognese e d’Italia, erano intestate a prestanome (in alcuni casi stranieri) ma non hanno mai agito da cooperativa. Pur contando, in tutto, 569 addetti non avrebbero mai funzionato come cooperative, essendo prive dei requisiti sociali e mutualistici previsti dalla normativa di riferimento. Gli addetti, quindi, non sarebbero stati soci-lavoratori delle sei coop che in subappalto dalla Platinum ricevevano commesse, ma lavoratori alle dirette dipendenze della srl.

Tanto che, ad esempio, anche le buste paga e i salari sarebbero stati elaborati dalla stessa società capofila. Stando a quanto accertato dalla Finanza, sulle coop la Platinum avrebbe scaricato il costo del lavoro, riempiendole di debiti e garantendosi così un notevole (e illecito) risparmio in termini di imposte dirette, indirette e di contributi previdenziali ed assistenziali: circa 11 milioni di euro, per un giro complessivo di 19 milioni di euro di fatture emesse. «Di fatto le cooperative sono delle cartiere aventi l’esclusivo scopo di mascherare l’attività lavorativa svolta in realtà dal personale di fatto alle dipendenze della Platinum», scrive il gip Gamberini.

Dall'inchiesta è emerso che alcuni lavoratori sarebbero stati assunti anche più volte, dalle varie coop tanto che in tutto le posizioni contributive ricostruite dagli investigatori sono addirittura 1.190. Gli artifici truffaldini erano finalizzati ad abbattere il costo del lavoro (come il pagamento dell’indennità di trasferta al posto della retribuzione ordinaria per alcune ore della giornata lavorativa), per poi praticare prezzi più competitivi sul mercato, generando una sorta di ‘dumping sociale’ che danneggiava anche la concorrenza. Il sequestro preventivo disposto dal giudice per 8,1 milioni di euro ha colpito sia la liquidità della Platinum che di un’altra coop, oltre alle proprietà dell’amministratore unico: la cifra ‘congelata’, tuttavia, è inferiore alla quota disposta dal tribunale. Contattata, la Platinum non ha rilasciato dichiarazioni.

L'operazione, fanno sapere le Fiamme gialle, «si inquadra nelle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi ed insidiosi, nonché ad incrementare ulteriormente la qualità degli interventi ispettivi, integrando le funzioni di polizia economico finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, soprattutto in un settore, quale quello delle cooperative, dove spesso, a causa delle condizioni precarie dei lavoratori, i diritti e le tutele non vengono garantiti e salvaguardati».

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