Fiocchi compra Baschieri & Pellagri Nasce il colosso delle cartucce

La storica azienda di Marano acquisita dal gigante lecchese che fa capo al fondo della famiglia Montezemolo

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Le cartucce bolognesi, d’ora in poi, parlano lecchese. Fiocchi Munizioni (nella foto la fabbrica), produttore di munizioni di piccolo calibro nato a Lecco 144 anni fa, ha comprato la Baschieri & Pellagri di Marano di Castenaso. L’obiettivo è creare il leader europeo nel segmento caccia e tiro, in cui la storica realtà bolognese, nata nel 1885, è protagonista: negli anni le sue cartucce hanno conquistato 15 ori olimpici tra biathlon, trap e double trap.

A comunicare l’acquisizione è un comunicato congiunto delle due aziende, dove si delineano anche gli obiettivi futuri. Il gruppo pronto a nascere dal matrimonio conterà 800 dipendenti e 200 milioni di fatturato, grazie al lavoro di tre stabilimenti produttivi: i due Fiocchi, uno a Lecco e uno negli Stati Uniti, e quello Baschieri & Pellagri, dove lavora un’ottantina di persone. Per la verità la proprietà resta, per quanto indirettamente, bolognese: Fiocchi è controllata dal fondo di investimento Charme III, nato su iniziativa della famiglia Montezemolo. "Sono certo che questo nuovo capitolo nella storia di Baschieri & Pellagri e di Fiocchi porterà entrambe le aziende a un livello superiore e al raggiungimento di nuovi ed importanti traguardi", ha detto il vice presidente e azionista di riferimento di Baschieri & Pellagri Giovanni Ghini.

L’operazione è stata accolta favorevolmente dai rappresentanti sindacali, che ieri hanno conosciuto la nuova proprietà e ottenuto rassicurazioni sulla possibilità di nuovi investimenti: "La cosa importante è che questo progetto, a quanto ci hanno detto, sia nato già nel 2019, prima della crisi – sottolinea Ignazio Reina, della Filctem Cgil –. È positivo che vogliano investire per farci diventare una grossa azienda e il fatto che facciamo due tipi di produzioni diverse ci fa ben sperare". In 135 anni Baschieri & Pellagri ha attraversato le vicende del territorio, diventando un punto di riferimento per gli appassionati del settore. La sua storia è stata segnata anche da eventi tragici: come l’esplosione del 7 dicembre 1891, in cui morirono quattro degli otto operai che vi lavoravano. In città si scatenò una gara di solidarietà e vennero organizzate sottoscrizioni per aiutare gli operai coinvolti. Altre drammatiche esplosioni si registrarono in seguito. Il 28 luglio 2002 l’ultima grande paura: ma era domenica e, per fortuna, gli unici danni riguardarono qualche abitazione.

Riccardo Rimondi

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