Fioritti: "Addio a X Factor, spazio alla vita"

La giovane bolognese ha concluso la corsa al talent ed è pronta a puntare sulla sua musica: "Dico grazie ad Ambra e tifo i Tropea"

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di Amalia Apicella

Erano bastati pochi secondi a Lucrezia Maria Fioritti per fare breccia nel cuore dei giudici di X Factor (lo show Sky Original prodotto da Fremantle, ogni giovedì su Sky e in streaming su Now). Già dalla prima comparsa con il suo singolo ‘Molecole’. Lo stesso inedito con cui – coincidenza – giovedì ha chiuso la sua corsa al talent con la squadra di Ambra Angiolini.

Bolognese, classe 1996, Lucrezia è figlia del noto psichiatra Angelo Fioritti. Dopo il debutto a tre anni nel Piccolo coro dell’Antoniano e il diploma al Conservatorio Martini in Composizione, nel 2015 si è trasferita a Milano.

Fioritti, sui social ha scritto: ‘X Factor finisce, la vita no’. Com’è stato il ritorno alla realtà?

"Molto piacevole. Ora ‘Molecole’ (Sony Music Italo, prodotto da Simon Says! ed Emil Yardo e contenuto in ‘X Factor Mixtape 2022’) deve viaggiare e arrivare a quante più persone possibili".

Se lo aspettava?

"Pensavo di uscire al prossimo live, il mio percorso iniziava a vacillare. In questo contesto giocano tanti fattori".

Quali?

"Sono poco televisiva. Non mi metto a piangere facilmente, so incassare i colpi. Ed è quello che poi nella vita mi aiuta a non impazzire".

Che giudice è stata Ambra Angiolini?

"Una figura quasi materna. Con le sue crisi, i suoi patemi, ma anche la sua voglia di darti l’universo. È una donna forte, molto intelligente e molto emotiva. Con nessun altro giudice sarei riuscita ad andare avanti come con lei".

Ha qualche rimorso?

"Cambierei il look della prima puntata (ride, ndr). Per il resto nessun rimorso".

Qual è stato, secondo lei, il suo punto di forza sul palco di X Factor?

"La capacità di entrare in una sorta di bolla che mi trasporta in un’altra dimensione mentre canto".

C’è stato, invece, un momento di debolezza?

"Il primo live. Quello che mi ha ’tradito’ è stato guardarmi allo specchio e non riuscire a riconoscermi. Era tutto surreale".

È cresciuta nella campagna bolognese. Anche questo ha contribuito a creare l’immaginario di cui parla?

"Sicuramente sì. Sono nata e cresciuta vicino a Borgo Panigale. Poi mi sono trasferita a Milano dopo aver passato un anno in centro, dietro piazza Verdi".

Le manca Bologna?

"Mi torna in mente sempre di più. Quando me ne sono andata mi sono ritrovata in una Milano frenetica che mi ha coinvolta e travolta. Non escludo un ritorno".

E ora per chi fa il tifo?

"Per i Tropea".

Che erano i suoi avversari al ballottaggio…

"Li ascoltavo anche prima di entrare, continuerò a farlo ora e continueremo ad uscire, la sera, per prendere una birra insieme".

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