Fisco, norme più semplici per ripartire

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Renzi*

In molte micro, piccole e medie imprese, già provate dalla crisi conseguente alla lotta alla pandemia, vi è il disagio di dover far fronte ai diversi e significativi pagamenti che convergono proprio in questo periodo. Le associazioni di categoria, stanno già facendo la loro parte per assicurare adempimenti puntuali e corretti, pur operando in un contesto di proliferazione di decreti e interpretazioni che, in questi mesi, hanno aggiunto altra complessità laddove ve ne era già troppa.

Si stima che in Italia vi siano circa 25.000 leggi, fra statali e regionali. Sono troppe, prolisse e non di rado oggetto di ripetuti cambiamenti o integrazioni che aggiungono incertezza. Ed è qui vero nodo da sciogliere, al di là della contingenza delle scadenze. Un nodo sempre più stretto che si chiama burocrazia. Si è stimato come leggi e cavilli, già nella normalità prima del Covid, assorbivano mediamente un mese di lavoro di una persona. Oltre ai costi per pratiche, permessi, ricorsi. Oggi un imprenditore può trovarsi suo malgrado in situazioni surreali.

La burocrazia è un organismo che si autoalimenta generando altra burocrazia e, così, facendo diventa sempre più forte. In questi mesi sono stati varati necessari provvedimenti per dare sostegno all’economia. In questo frangente abbiamo visto come le rigidità burocratiche abbiano rallentato fino al paradosso la messa a terra proprio di quelle misure pur nate con la buona intenzione di essere immediate e urgenti. La nostra economia non potrà riprendere quota senza una decisiva, concreta e rapida semplificazione. Le imprese sono luci nelle nostre comunità, anche in quelle più isolate, dove ogni azienda rappresenta un punto di riferimento, un sostegno al sociale, un presidio contro il degrado. Dobbiamo lottare perché queste luci siano sempre più brillanti.

* Segretario Confartigianato Bologna Metropolitana

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