Quanto stabilito da una delibera regionale risalente al 2019 non è mai stato applicato e questo ha contributo alle esondazioni dello scorso maggio. E’ questa la posizione del gruppo regionale di Fratelli d’Italia che, incrociando una serie di risposte alle diverse interrogazioni, è andato a scovare le linee guida che sono state compilate immediatamente dopo l’approvazione del dispositivo e che riguardano la manutenzione degli argini dei fiumi e la gestione della vegetazione ai fini idraulici.
A pagina 23 di questo fascicolo si legge, ad esempio, che "un’attenzione specifica deve essere dedicata al rapporto tra vegetazione ripariale e gli argini maestri dei corsi di acqua che dovrebbero essere realizzati per contenere i livelli di piena e dimensionati in altezza con un margine di sicurezza rispetto al livello raggiunto dalla piena di riferimento". "Potremmo dimostrare con parecchie fotografie – spiega la capogruppo in regione di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti – che non solo la manutenzione in questi termini non vi è stata, ma che non vi è stata neppure una programmazione degli interventi, per cui le sponde del Reno, soprattutto nel tratto appenninico bolognese, e dell’Idice o di altri torrenti sono state lasciate incolte, quando invece le linee guida che abbiamo recuperato prevedevano uno sfoltimento per migliorare l’eventuale contenimento di una piena". Il problema non riguarda solo il passato, ma anche il presente. Stando alle diverse segnalazioni degli abitanti della zona di Vigorso, la situazione dell’argine nei pressi del ponte sul torrente Idice dove si verificò un’importante esondazione, risulta essere ancora immutata rispetto a quella dei giorni precedenti l’alluvione.
"Abbiamo ritenuto opportuno interrogare nuovamente la giunta regionale – conclude Evangelisti – per comprendere quali interventi siano stati effettuati in applicazione della legge regionale e di quella delibera, dove siano stati eseguiti nello specifico e quante e quali somme siano state spese. La Regione ha infatti più volte sottolineato che l’obiettivo è quello di voler raggiungere adeguati livelli di sicurezza territoriale idraulica e idrogeologica per la riduzione del rischio. L’impressione, invece, è che non si sia mai voluto abbandonare una politica di estremo ambientalismo, mentre interventi di manutenzione della vegetazione ripariale andrebbero realizzati per migliorare la situazione attuale da un punto di vista ambientale, paesaggistico e sociale, affinché quanto accaduto non si ripeta".
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