PIER LUIGI TROMBETTA
Cronaca

Travolto dall’auto pirata, folla all’addio a Bruno Ansaloni. "Seminava il bene"

La tragedia di San Matteo della Decima. Mille persone ai funerali del 56enne: sindaci e forze dell’ordine nei primi banchi. Lo strazio dei due figli

A destra il sindaco di San Giovanni in Persiceto, Lorenzo Pellegatti, con i familiari di Bruno Ansaloni (nel riquadro). A sinistra, le istituzioni e forze dell’ordine in chiesa

A destra il sindaco di San Giovanni in Persiceto, Lorenzo Pellegatti, con i familiari di Bruno Ansaloni (nel riquadro). A sinistra, le istituzioni e forze dell’ordine in chiesa

L’abbraccio, commosso, caloroso, di Sant’Agata a Bruno. Ieri si sono svolti i funerali di Bruno Ansaloni, il 56enne imprenditore agricolo deceduto domenica scorsa a San Matteo della Decima a causa di un incidente causato da un pirata della strada, un 22enne pregiudicato che aveva l’obbligo di dimora a Castello d’Argile.

Bruno, che era in macchina con la moglie Stefania, era padre di due figli, Federico 23 anni e Clelia 17 anni. La moglie è ricoverata al Maggiore e le sue condizioni sono in miglioramento. E una folla di persone, un migliaio i presenti, ha seguito il rito funebre nella chiesa parrocchiale dei santi Andrea e Agata.

Tante persone che non sono riuscite a entrare in chiesa sono rimaste nel piazzale.

La messa è stata celebrata dal parroco don Giovanni Bellini, amico di Bruno e della sua famiglia. Tanto che Federico frequenta la parrocchia, serve messa ed è officiante. Tra i banchi oltre i familiari di Bruno i sindaci Lorenzo Pellegatti di Persiceto, Beppe Vicinelli di Sant’Agata e Alessandro Erriquez di Castello d’Argile, i carabinieri e la polizia locale con lo stendardo del Comune.

"Quando – ha detto tra l’altro don Giovanni nell’omelia – si può dire che una vita sia stata vissuta bene? Quando si sono intrecciate relazioni buone. Relazioni che hai coltivato, che hai seminato, che hai curato in silenzio nella discrezione e che rendono la tua vita meravigliosa. Oggi celebriamo un uomo che era così, un uomo che ha seminato il bene, lo attesta il numero di persone qui presenti che rappresentano una comunità dal cuore materno. Stefania mi ha detto di fare un bel funerale. Non vuole dire aver addobbato la chiesa, ma vuol dire in quanti siamo".

"Non c’è risposta – ha continuato il parroco – a quanto accaduto, nessuno ha il diritto di rispondere, rimane un mistero. Non ho mai sentito dire da Bruno una parola contro qualcuno. Proviamo a seguire il suo esempio, a ridare valore alle relazioni. E non ho mai sentito battere così forte un cuore di un padre come quello di Bruno. Abbiamo tutti grande rabbia dentro, noi dobbiamo decidere cosa ne facciamo di questa rabbia. Possiamo decidere di tramutarla in odio e infangare quello che Bruno ha fatto di buono nella sua vita. O invece trasformala in passione per la vita".

Al termine della messa una ex compagna di scuola di Bruno lo ha ricordato. Poi è partito, verso il cimitero comunale, il lungo corteo accompagnato dal suono familiare delle campane.