Fondazione Carisbo Bologna, trent’anni per il territorio

Dal 1991 a oggi finanziati tredicimila progetti per 700 milioni di euro. Il presidente Cipolli: "Tante sfide affrontate con coraggio"

Fondazione Carisbo compie 30 anni

Fondazione Carisbo compie 30 anni

di Giorgia De Cupertinis

"Memoria e futuro. Due termini che, seppur sembrino in antitesi, sono complementari l’uno all’altro". Era il 1991 quando Fondazione Carisbo diede inizio al suo percorso, affermandosi come una gloriosa istituzione dedita a promuovere lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio bolognese. Oggi come allora, i principi di solidarietà ed eguaglianza rimangono gli elementi guida di una realtà che celebra quest’anno i trent’anni. Ieri mattina, nel Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo, la cerimonia del trentennale ha permesso di ripercorrere la storia della Fondazione, attraverso le testimonianze dei presidenti susseguitisi negli anni.

"La celebrazione di un trentennale è un momento di grande valore, che nasconde molteplici significati: essere qui vuol dire aver affrontato tante sfide senza scoraggiarsi – ha detto il presidente della Fondazione Carisbo, Carlo Cipolli –. La natura privata consente una maggior rapidità di decisione e quindi un’efficienza dei processi esecutivi, capace di consentire alla fondazione l’implemento dei progetti in tempi più brevi. Inoltre, il radicamento territoriale ci ha permesso di sviluppare una straordinaria capacità di ascolto delle esigenze della comunità: è tramite azioni solidali e coordinate che vogliamo ridurre le disuguaglianze". Dalle radici fino ad oggi, un excursus storico è stato capace di rievocare tutte le attività che la Fondazione ha gestito negli ultimi trent’anni, concretizzatesi in più di 13mila progetti finanziati, per un impegno da 700 milioni di euro. "Fin dagli albori, l’impegno della fondazione fu quello di individuare settori di intervento, tra cui l’architettura, la formazione, gli interventi sociali – ricorda Filippo Sassoli de Bianchi, presidente dal 1993 al 2001 –. L’impegno dimostrato per la città è sempre stato continuativo". A celebrare il trentennale, anche Fabio Roversi-Monaco, presidente dal 2001 al 2013. "Ricordo con passione ogni anno del mio percorso con la Fondazione e con Genus Bononiae: realtà legate, che presentano idee culturalmente valide e necessarie al territorio". Così anche Leone Sibani, presidente dal 2013 al 2018: "‘La ragazza con l’orecchino di perla’ portò a Bologna 350mila visitatori da tutta Italia: un contributo più che significativo per l’attività economica".

Infine, uno sguardo anche alla storia recente e al periodo pandemico, a cui la Fondazione ha voluto rispondere con aiuti concreti. "Gli effetti drammatici della pandemia hanno stravolto la società – ricorda Carlo Monti, presidente dal 2018 al 2021 –. Lo scenario imprevedibile che ha segnato il 2020 ha indotto la Fondazione a varare un piano di aiuti straordinario con uno stanziamento di 1,7 milioni, per sostenere la sanità pubblica e il sistema sociosanitario".

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