ALESSANDRO GALLO
Cronaca

Fondazione Rizzoli. Appello di Caironi: "Venite alla Ior Run, un aiuto per le protesi"

La campionessa paralimpica chiama a raccolta per la gara dell’11 maggio "Vi aspetto tutti. Questi arti artificiali sono fondamentali per la vita. Grazie a loro ho superato tutti gli ostacoli. Bologna mi ha dato tanto". .

La campionessa paralimpica chiama a raccolta per la gara dell’11 maggio "Vi aspetto tutti. Questi arti artificiali sono fondamentali per la vita. Grazie a loro ho superato tutti gli ostacoli. Bologna mi ha dato tanto". .

La campionessa paralimpica chiama a raccolta per la gara dell’11 maggio "Vi aspetto tutti. Questi arti artificiali sono fondamentali per la vita. Grazie a loro ho superato tutti gli ostacoli. Bologna mi ha dato tanto". .

Bologna, 29 aprile 2025 – Si chiama Ior Run ed è in programma l’11 maggio. Lo scenario è da favola perché il percorso di cinque chilometri si svilupperà all’interno del parco di San Michele in Bosco e del seminario di Villa Revedin. Poi, ricordando che si tratta di una corsa non competitiva, organizzata dalla Fondazione Rizzoli, c’è il fine che è nobile. Sostenere il Progetto del Fondo Do.P.O. (donazione protesi ortopediche) e l’obiettivo di raccoglie 20.000 euro.

Partenza alle 10,30 dal Piazzale di San Michele in Bosco con il ritiro di pettorali, magliette e pacco gara che comincerà alle 9. Iscriversi è semplice, basta accedere alla pagina https://www.retedeldono.it/ior-run e scegliere il tipo di donazione che si preferisce (da un minimo di 10 e 5 euro per adulti e bambine).

Le protesi sono quegli strumenti (costosi) che consentono a chi subisce un’amputazione di avere una vita cosiddetta normale, senza limitazioni. Ecco perché l’11 maggio ci sarà una madrina di eccezione, Martina Caironi, una ragazza di 35 anni, specialista dei 100 e del lungo, che ai Giochi Olimpici ha vinto tutto quello che c’era da vincere.

Martina, da dove partiamo? "Dal mio appello. Vi aspetto tutti l’11 maggio".

Lei è di origine bergamasca, ma è profondamente legata a Bologna. Perché? "Mi sono trasferita a Bologna nel 2015 e ci sono rimasta fino al 2021. In realtà ho cominciato a frequentare la città dal 2008. Per il discorso protesi. Bologna mi ha dato davvero tanto".

Sicura? "Sì, mi ha offerto la possibilità di esprimermi al meglio, una coscienza politica. E a Bologna ho incontrato mio marito. E mi sono pure sposata".

Torniamo un attimo indietro. Al suo incidente. "Avevo 18 anni. Incidente in motorino. Ho perso una gamba".

Un ricordo pesante? "L’ho metabolizzato. Ormai ho fatto il giro di boa: fino a 18 anni con due gambe. Altri 17 con una protesi. Per me si è aperto un nuovo capitolo. E mi sono tolta tante soddisfazioni. Che forse non avrei avuto con due gambe".

Parliamo delle protesi, visto che è per quello che si corre. “Beh, sono fondamentali. Avere questa opportunità ti regala autonomia, indipendenza. Così superi tutti gli ostacoli”.

Ha battuto il dolore con il suo sorriso contagioso. "Ho colto il tutto come una nuova opportunità".

Tanti trofei? "Che mi porto dietro con orgoglio".

Ha vinto ai Giochi di Parigi e adesso? "E’ il mio ultimo anno da agonista, credo. Di fatto sto già metabolizzando il ritiro. Mi sono infortunata, allenarsi ad alto livello è diventato più difficile. E allora mi sono un po’ rilassata".

Se guarda al suo passato? "Esperienza straordinarie".

E ricordi fantastici. "Non ho dimenticato nemmeno quelli brutti. Fanno parte di me. Mi hanno aiutato a crescere".

Compresa la parentesi della squalifica per doping. Lei non aveva responsabilità. "Per curare una ferita al moncone mi indicarono il Clostebol. Così arrivò lo stop".

Il Clostebol prima di Sinner. "Già, mi sono documentata. A Jannik non hanno fatto sconti né regalati".

Cosa farà Martina III? "Mi occuperò dei Giochi di Milano-Cortina 2026. Ma prima vi aspetto, l’11 maggio. Per una nobile causa".