BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Fondazione Zeri, anche i falsi hanno una storia

L’istituzione ha catalogato migliaia di fotografie di opere, disponibili in rete. E in una mostra si svela la mitica galleria di Sangiorgi a Roma

Fondazione Zeri, anche i falsi hanno una storia
Fondazione Zeri, anche i falsi hanno una storia

C’è stato un tempo, molto prima dei contemporanei bookshop dei musei, in cui si vendevano oggetti d’arte, repliche di opere famose ma anche d’apres, ovvero copie che erano citazione colta e originale, come quelle che vendeva il romagnolo Giuseppe Sangiorgi a palazzo Borghese di Roma, il suo showroom di circa 6mila metri tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Oggi circa 3mila documenti del suo patrimonio, tra foto e disegni, sono conservati dalla Fondazione Federico Zeri in piazzetta Morandi, che decide di esporne un centinaio per ripercorrere la storia di questo geniale mercante e parallelamente affrontare con più progetti un’intrigante triangolazione – collezionismo, falsi e mercato – notoriamente cara a Federico Zeri. Nasce così, dunque, la mostra Il più grande centro commerciale di oggetti d’arte. La Galleria Sangiorgi tra Otto e Novecento nei materiali Zeri e Mancini, a cura di Francesca Mambelli e Francesca Candi, dedicata a quella che è stata la più importante galleria antiquaria d’Italia, forse d’Europa, a cavallo tra XIX e XX secolo (fino al 31 gennaio).

Nella sua lunga carriera di studioso e connoisseur, Zeri ha infatti denunciato casi di falsificazione e clamorosi scandali tra i quali i falsi Modigliani, il trono Ludovisi, il falso Kuros del Getty Museum. E sono questi i tre temi scelti dalla Fondazione, per affrontare il progetto di catalogazione e valorizzazione dell’archivio fotografico di questa istituzione – vi si conservano circa 3.200 fotografie di falsi di scultura e pittura – che è online e di libero accesso per tutti, dai privati alla Sovrintendenza, fino al Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri. Accanto ai 2.192 falsi della fototeca di Zeri sono catalogate anche le foto della raccolta di Luisa Vertova (107) e dell’antiquario Luigi Albrighi (172) e presto, grazie al contributo dell’associazione Amici di Federico Zeri, arriverà anche la catalogazione dei Falsi inclusi nel fondo di Everett Fahy (768 fotografie). Altro ambito di lavoro sarà quello dei cataloghi d’asta tra il 1870 e 1920, circa 37mila edizioni, che Zeri conservò scrupolosamente e su cui è stata attivata una richiesta di sostegno per la catalogazione, alla Regione.

Al pubblico, da oggi, è dunque aperta la visita alla mostra di Sangiorgi coi cataloghi d’asta illustrati, disegni originali prodotti per i laboratori, libri scritti dallo stesso Giuseppe Sangiorgi, due dipinti ‘in stile’ realizzati da uno dei suoi pittori di fiducia e, soprattutto, una vasta selezione delle migliaia di fotografie utilizzate nelle pratiche di produzione, promozione e vendita delle opere d’arte. L’allestimento mira a ricreare l’atmosfera dei saloni di palazzo Borghese. Locali suggestivi in cui era possibile trovare oggetti di ogni epoca e stile: "from a needle to an anchor", come recitano articoli e pubblicità dell’epoca. Ma anche a gettare luce sulle strategie commerciali di quel tempo.

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