Fondazione Zeri Un nuovo volume per la bibliografia

"Ogni giorno porta il suo carico di fotografie e di quadri". Con questa frase, Federico Zeri dichiarava la sua straordinaria passione per il proprio lavoro, nonché la sua devozione nei confronti del patrimonio storico artistico italiano, per cui si è tanto battuto. A oltre vent’anni dalla scomparsa del critico d’arte romano, l’omonima Fondazione di Bologna continua a tutelare la sua opera e figura, anche grazie

all’incessante attività di conservazione e valorizzazione del suo lascito: una Biblioteca e una Fototeca.

L’anno scorso, la Fondazione Federico Zeri ha organizzato 2021 Anno Zeri, una serie di eventi mirati a celebrare i cent’anni della nascita di colui che viene considerato tra i più grandi conoscitori del Novecento. In chiusura a questa iniziativa, c’è la presentazione del volume Bibliografia di Federico Zeri, oggi alle 17.30 in piazzetta Morandi 2 (sede dell’istituzione), alla presenza di

Alessandra Sarchi (storica dell’arte e scrittrice), Elisabetta Sambo (curatrice del libro) e del direttore della Fondazione Andrea Bacchi. Inoltre, all’appuntamento prenderà parte anche Eugenio Malgeri Zeri, nipote dello storico dell’arte, figura fondamentale per la buona riuscita della bibliografia. Nelle Istruzioni per l’uso che precedono il libro, Sambo scrive: "La Fondazione dedicata a Zeri ha ritenuto doveroso pubblicare la sua bibliografia completa, corretta, rivista e aggiornata rispetto a quella presente nel sito dell’istituzione. Questo compito, affidatomi dal direttore Andrea Bacchi, ha offerto l’opportunità di ricontrollare tutti i testi e di recuperare i dati relativi alla loro pubblicazione non previsti nella nostra stringatissima bibliografia online (le varie collaborazioni, le eventuali curatele, la specifica dei corredi illustrativi, le indicazioni sulle case editrici)". "Man mano però che procedevo nella lettura degli scritti di Zeri– aggiunge –, mi sono resa conto che tanti dei loro elementi interni contribuivano a mettere a fuoco le diverse circostanze che li avevano occasionati, costituendo altrettanti dati rivelatori della loro genesi. Questi elementi sono i ricordi stessi dello studioso che possono essere assunti come documenti di prima mano per ricostruire il suo percorso intellettuale."

Manuela Valentini

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