Bologna, 15 luglio 2018 - Il primo ciclo di manutenzione è finito. Da domani, annuncia il sindaco Virginio Merola nella sua newsletter settimanale, «la fontana del Nettuno sarà liberata dalla recinzione e l’acqua tornerà a scorrere». Negli scorsi trenta giorni, «la fontana è stata pulita e sono stati utilizzati materiali per proteggere i marmi dalle alghe e dalle incrostazioni causate dall’acqua».
La ciclica presenza di alghe, va ricordato, è naturale in un monumento esposto al sole e ad agenti biologici trasportati dal vento o dagli uccelli. Per non danneggiare né il protettivo applicato a fine restauro, né i materiali della fontana, per la disinfezione e la pulizia si utilizzano prodotti biocidi innocui per pietre e marmi (niente cloro, dunque) e a bassa tossicità per l’uomo.
In futuro il Gigante – il cui restauro si è concluso lo scorso dicembre, dopo 551 giorni di lavori e l’apporto di 150 specialisti – «sarà oggetto di manutenzioni periodiche per preservarlo dall’aggressione del tempo». Intanto, spiega il sindaco, da domani l’opera del Giambologna «tornerà a essere visibile in tutta la sua bellezza».
Uno dei simboli di Bologna nel mondo, capolavoro del Rinascimento da quattro secoli e mezzo esposto agli agenti atmosferici (e da alcuni decenni anche allo smog), ha bisogno di tagliandi periodici.
L’obiettivo, ricordava nel maggio scorso Wilma Basilissi, dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro (Iscr), che ha curato il restauro dei bronzi, «è attuare controlli costanti per garantire la massima durata possibile degli effetti del restauro».
Per rispettarne il delicato equilibrio, bronzi, marmi e materiali lapidei vanno però trattati in maniera differente. «Gli interventi di manutenzione dovranno essere quindi cadenzati con frequenze diverse – spiega Manuela Faustini Fustini, l’architetto che per il Comune ha coordinato il restauro della fontana – con una scaletta ad hoc per ciascuno dei materiali interessati».
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro